Siena, due sorelle si erano aspettate per ottant’anni senza conoscersi: scomparse in pochi mesi

Era febbraio 2016 quando Christian Riccucci mi contattò per raccontarmi questa storia. La sua storia. Perché è stato lui, in un vicenda degna di certi programmi televisivi di successo (gli stessi programmi che hanno poi cercato questo racconto e la testimonianza delle due signore) , il protagonista vero. Lui che, dopo ottant’anni, è riuscito a coronare il sogno di sua nonna Franca e della sorella di lei, Ilde.

Una storia commovente all’inverosimile e, come tutte le cose che appartengono ai toscani, anche divertente. Intervistare due donne di ottant’anni e oltre che hanno scoperto pochi giorni prima di essere sorelle, è forse una delle esperienze che ricorderò di più. Con tenerezza e col sorriso. E con il rammarico di non aver avuto il tempo di accettare l’invito di Franca, che dopo il regalo del nipote Christian i qualche modo doveva aver trovato la pace che cercava da tanto. E alcuni mesi dopo quell’incontro e quella nuova sorella ottantenne, se n’è andata. Così, all’improvviso. E proprio oggi anche Ilde, la sorella che da anni ormai viveva a Stazzema, si è spenta. Per una vita intera sono state lontane e sconosciute, poi la turbolenta scoperta – ché insomma, scoprire di avere una sorella da anziani non è proprio una passeggiata – e i grandi sorrisi, l’amicizia nata in pochi mesi, un rapporto che con la voracità di un bambino davanti al gelato ma con la pazienza lenta che appartiene all’età, si è costruito tra nuovi aneddoti e scoperte, tra lontani ricordi di una mamma dalla vita difficile e memorie vivaci delle famiglie che, con gli anni, le due sorelle si erano costruite. Oggi, con la morte di Ilde che segue quella di Franca a distanza di appena tre mesi, se ne va una pagina bella che rimarrà scritta nella memoria di tanti che si sono commossi con questa storia.

Buffo il destino. Alla fine, dopo tanto aspettarsi, sembra si siano aspettate anche per l’ultimo respiro.

E noi le ricordiamo così, con un brindisi e con l’articolo che uscì su La Nazione e su Sienanews poco più di un anno fa. Alla vostra salute, Franca e Ilde!

 

 

 

“VENGA, SI ACCOMODI, come sta? Gradisce qualcosa?”. “Beh, siamo sorelle possiamo darci anche del tu”. La scena è esilarante ed è il modo per rompere il ghiaccio mentre, occhi negli occhi, sguardi e lineamenti simili, capelli imbiancati e il tempo che solca i visi, due sorelle si (ri)conoscono. A volte si passa una vita a farsi domande e capita che in un attimo, all’improvviso, la vita ti risponda. Certo, tutto è relativo, anche gli attimi, che possono durare 80 anni. Come è successo alle senesi Giancarla Franca Carli Riccucci e ad Ilde Masti, che si sono scoperte sorelle dopo un’esistenza da ‘figlie uniche’. Ma facciamo un passo indietro. E’ luglio del 2015 quando Giancarla viene ricoverata in ospedale. Qui, la donna confessa al nipote Christian Riccucci di avere un desiderio: scoprire quale sia la sua vera famiglia d’origine. Sì perché Giancarla Franca, senese e torraiola, non ha mai detto nulla ma sa: “L’ho scoperto quando sono andata a fare i fogli per sposarmi, in Curia non volevano farmeli perché ero figlia di n.n.”.
Il nipote Christian si mette a lavoro per accontentare la nonna. Il resto sono storie di burocrazia, tribunale, ufficio anagrafe, atti di nascita. E anche social network. Perché è anche grazie a Facebook che Christian ha rintracciato quelli che – avrebbe scoperto – sono i suoi cugini di secondo grado. Abitano a Stazzema. Il problema è riuscire a spiegare la vicenda a questa famiglia ignara di tutto evitando di passare per matto. Così telefona presentandosi come uno scrittore che sta facendo ricerche sulle antiche famiglie senesi e in breve, con alcune domande, riesce a constatare che in effetti dall’altra parte del telefono c’è la signora Ilde, che è la sorella di sua nonna. “L’ho trovata, hai una sorella” comunica a Giancarla.
Segue una telefonata poi l’incontro ufficiale a casa di Giancarla.

 

La storia comincia nel 1929, quando Eugenia Masti mette al mondo Ilde. Nel 1935 nascerà Giancarla ma il padre – ormai separato da Eugenia – non la riconoscerà così la neonata viene affidata alla famiglia Bari che la crescerà come una figlia, insieme a Titti – finora sorella effettiva della donna – . Ilde, intanto abita in via del Comune “sono del Bruco io! – esclama mentre racconta commossa la sua vita – non ho mai avuto un buon rapporto con la mamma. Da giovanissima lavoravo dal Ciardi, si facevano i panforti. S’era poverissime”. Poi il colpo di fulmine con Giovanni Papini di Massa e l’allontanamento da Siena, nel 1964. “Non ci sono più tornata qui, la mia vita è stata a Massa poi a Stazzema”. Le loro mani si toccano e si stringono, cercando lo stesso sangue, le stesse radici ma è tutto strano mentre ricollegano fatti e coincidenze che solo oggi capiscono. E sono buffe: “Per me ho sempre avuto solo mia sorella Titti – dice Giancarla – ora con Ilde ci si sente al telefono ma siamo pigre, ce lo ricordano i nostri figli di chiamarsi”.

Katiuscia Vaselli