L’intervista – Anna Ferretti: “Non mi candido. E Siena ha bisogno di concordia”

Anna Ferretti ha dato le dimissioni lo scorso 30 dicembre da assessore alla sanità e politiche sociali e oggi, da semplice cittadina, esce sul suo profilo facebook con un post dedicato all’ospedale di Siena e a quanti denigrano l’attività dell’azienda ospedaliera universitaria senese senza tenere conto effettivamente della realtà. Cosa succede?
“E’ l’ora di smetterla di parlare male delle Scotte. Siamo noi senesi i primi a demolire l’azienda che, parliamoci chiaro, hai i suoi problemi e non lo nego affatto ma di qui a dire che è devastato, ce ne corre. Basti pensare ai numeri: da oltre 1400 posti a 600, in 60 anni… Dico, ci rendiamo conto di cosa ha fatto la medicina in questi 60 anni, in termini di evoluzione sia di cure che di tecnologie, tali da non richiedere più quel numero di posti letto? Siamo troppo ancoràti al passato e a non voler vedere cosa siamo oggi. Ci sono, è vero, dei reparti che non girano ed è vero che abbiamo il carico di tanta gente assunta a caso negli anni d’oro. Il problema, semmai, è che adesso sono rimasti questi e i migliori o quelli che volevano fare carriera, se ne sono andati”.

Un motivo ci sarà, se hanno scelto di lasciare Siena…

“Di base credo si tratti di un problema di incomprensione tra ospedalieri e universitari: l’spetto non indifferente sono infatti i due diversi percorsi tra le realtà. Quindi, quelli che avevano fretta di fare carriera e hannoa vuto offerte migliori per fare il salto di qualità, hanno colto la palla al balzo. Tutto sommato, le persone che valgono fanno anche bene a sperimentare posti nuovi per poi magari decidere di tornare. Poi c’è anche chi, forse, impermalito per non essere diventato rettore dell’università, se n’è andato. Eppure nessuno gli ha tolto la capacità e il riconoscimento di professionista valido e stimato. Certo, se facessero tutti così… Poi è andato a Careggi, dove cercavano un primario di Ostetricia perché avevano problemi. Questo per dire che non è tutto oro ciò che è fuori da Siena…”.

Ma il problema a Siena rimane…

“Sono riaperti i concorsi e spero in esiti positivi. Il problema vero dell’azienda ospedaliera sono i pensionamenti, posti che non hanno trovato sostituzione. Inoltre, le scuole di formazione, all’indomani della nuova riforma universitaria, ci hanno fatto perdere qualche fiore all’occhiello, da Medicina legale a Odontoiatria. So che l’università ci sta lavorando con molta attenzione, ci sarà una gestione con le altre due università toscane, sono ottimista… Insomma, i problemi ci sono anche a Siena ma trovo davvero eccessivo e fuori luogo sostenere che la sanità pubblica senese sia un disastro. Pensiamo anche solo all’attività del Pronto Soccorso ma pensiamola come attività di area vasta. I tempi di attesa sono lunghi semmai solo per i codici bianchi, non certo per le emergenze. Bisogna rendersi conto della realtà in cui viviamo”.

Insomma, dopo una vita trascorsa professionalmente nel settore della sanità, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Nessun vincolo?

 

 

“Non ho vincoli e non li avrò, non credo. Una vita che lavoro in questo settore e un pochino mi manca, credo sia normale”.

Nessun vincolo, quindi nessun pensiero a una candidatura, compatibilmente con la situazione per la quale ha dato le dimissioni?

“No. Ho 65 anni e ho fatto il mio tempo, credo ci siano giovani molto più energici. Io penso a fare le calze della Befana ai miei nipoti, oggi. Sono rimasta inoltre molto amareggiata da un certo modo di fare politica e di valutare l’impegno di chi la fa cercando di dare il proprio meglio: non si va mai a vedere la sostanza ma si cerca sempre il motivo di attrito per scopi personali. Le critiche per me sono fondamentali, per capire gli sbagli e migliorarsi ma la critica superficiale e fine a se stessa, senza mai porsi il problema se potessero esserci soluzioni diverse rispetto a decisioni prese, diventa intollerabile. Un modo di fare che appartiene a logiche di partito che non concepisco. Si parla solo per dare alle gambe e mai per cercare un confronto costruttivo. Credo Siena abbia bisogno di riallacciare rapporti tra le persone, di ritrovare la concordia che un tempo apparteneva a questa città e la rendeva virtuosa. Partendo naturalmente dalla realtà, senza fare voli pindarici”.

Quindi se le verrà chiesto un sostegno, non valuterà nemmeno quello?

“Ho sempre fatto quello in cui ho creduto. Se capiterà che mi venga chiesto e dipende naturalmente da chi, una mano la darò. Ma no sarò io a candidarmi. Questo per far capire che non ho preso la decisione di dimettermi con le tempistiche necessarie per farmi avanti per le amministrative ma solo per evitare di entrare in conflitto con l’amministrazione: le decisioni vanno prese in piena libertà e serenità senza che ci sia la mia presenza. Quindi, per quello che posso fare, proseguirò da privata cittadina. Ho sempre pensato che la ‘poltrona’ fosse un modo per servire il Comune inteso come persone, non per rimanerci attaccata. Questo non sia mai messo in discussione, qualsiasi cosa si possa pensare del mio operato”.

 

La sua idea sul Pd senese?

“Il Pd locale ha un segretario appena arrivato, partiranno a breve gli incontri nei circoli e ci sarò spero, perché sono percorsi anche miei. Il Pd ha bisogno di trovare un candidato. La vittoria di altro rispetto al Pd per per me sarebbe una grossa sconfitta, anche perché soprattutto sul welfare e sulle nostre politiche sociali si rishcia di veder cancellato i grossi passi in avanti fatti. Mi fanno paura certe uscite che leggo sui giornali e sui social, quelle sulla chiusur della città e sul mancato confronto. Dobbiamo capire che non siamo meglio degli altri ma se ritroviamo quella concordia di cui parlavo prima allora sì, tutti insieme possiamo davvero essere grandi”.

Katiuscia Vaselli