Le storie di Siena News: gli artigiani delle pelle di via Camollia

Chi passa da via Camollia non potrà non accorgersi di un piccolo negozietto che, nella sua vetrina, espone borse, portafogli,cinture ma anche corazze medievali e un’armatura da centurione dell’Impero Romano. Entrando in questa attività ad accoglierci ci saranno Paolo Infunti e Letizia Falorni, i due proprietari della “Casa della pelle” una delle botteghe che ormai fa parte del patrimonio storico e culturale di Siena.

Paolo Infunti è un maestro della lavorazione del cuoio, una strada intrapresa mezzo secolo fa:”Ho iniziato a 18 anni nel Valdarno, la c’è il regno delle concerie ed infatti tutt’ora ci compro il materiale- racconta l’artigiano -. La mia scelta non è stata fatta per passione. In realtà all’epoca non c’erano molte professioni da fare ed io ho iniziato facendo il tagliatore di borse”.

Dalla fine degli anni’70 la vita di Paolo si è legata a quella del tessuto economico e sociale della città: prima è venuta l’apertura di una fabbrica di pelletteria all’Arbia, poi la nascita di un primo laboratorio artigianale in Salicotto e l’inizio di una collaborazione con il carcere di Santo Spirito per ‘insegnare’ il mestiere ai detenuti. Nel 1985 avviene la decisione finale di spostarsi in via Camollia e di non produrre solamente borse, cinture e altro materiale in pelle ma intraprendere anche la strada della realizzazione di armature e costumi d’epoca. Le sue creazioni acquisiscono, col passare del tempo, una discreta fama e gli danno l’opportunità di poter lavorare anche in un ambito paliesco: “Nel 2000 ho contribuito al rinnovo delle monture del corteo storico- spiega il negoziante -. Ci siamo occupati di produrre cinture e scarpe ed abbiamo lavorato le parti in cuoio di alcune contrade: Bruco, Selva, Drago, Pantera, Giraffa, Montone, Oca, Chiocciola, Lupa e Leocorno”.

Lavorare la pelle a mano in una piccola realtà portando avanti i vecchi segreti di un’antica professione. In un periodo dove molti negozio chiudono per la crisi economica stringente e l’evoluzione del mercato del lavoro, l’attività di Paolo e Letizia continua a resistere all’ineluttabile scorrere del tempo. Il segreto? La “Casa della pelle” ha fatto della qualità del proprio prodotto il maggiore punto di forza ed è riuscita a coniugare la tradizione con l’innovazione tecnologica: “Qui si fermano e fanno acquisti tanti turisti che leggono le nostre ottime recensioni su TripAdvisor. Qui più che la borsa viene comprata l’artigianalità del manufatto – conclude Paolo Infunti -. Certo anche noi abbiamo sofferto perché in generale le persone spendono meno ma rimboccandosi le maniche il lavoro ci si crea e noi siamo speranzosi per il futuro ”.

Marco Crimi