L’apertura al culto della collegiata di Provenzano

Il 16 ottobre 1611 viene consacrata e aperta ufficialmente al culto la collegiata di Provenzano. La storia che sta all’origine della sua fondazione è nota ai senesi: un giorno un soldato spagnolo, ubriaco, spara ad un’immagine della Madonna che si trova su una casa nel rione di Provenzano. Ma il fucile esplode e l’immagine rimane illesa. Si grida al miracolo e la casa diverrà presto luogo di venerazione e di miracoli. I Medici, che da tempo cercano il modo di sradicare dalla mente dei senesi il culto della Madonna del Voto che si trova in Duomo, troppo legata alla storia repubblicana della città, colgono l’occasione al volo e promuovono la costruzione di un nuovo centro di culto. Ricevuto il permesso di erigere una chiesa nella quale custodire la sacra immagine, vengono nominati 4 operai per sovrintendere all’opera. L’8 aprile 1595 viene indetta una riunione tra tutti gli artisti della città per discutere del progetto del nuovo edificio, raccogliendoli ed inviandoli al granduca Ferdinando I perché scegliesse il migliore. Il disegno vincitore risulta quello Damiano Schifardini, senese di origine, matematico e geometra, monaco della Certosa di Firenze, ma, soprattutto, precettore dei figli del Granduca Ferdinando I de’ Medici. Schifardini, oltre al disegno elabora anche un modello ligneo della chiesa, e tali progetti verranno, di fatto, seguiti ed eseguiti dallo scultore e architetto Flaminio del Turco, nominato capomastro della fabbrica, al quale spetta, in realtà, la paternità dell’edificio. Il 20 agosto si cominciano gli scavi per le fondamenta e il 24 ottobre 1595 s’inizia a murare. La prima pietra viene collocata solennemente dallo stesso Flaminio del Turco, e nel suo incavo vengono poste 20 monete d’argento con l’impronta del Granduca e alcune medaglie raffiguranti la Madonna di Provenzano. I lavori di costruzione di questa chiesa, che risultò davvero imponente, giungono al tetto già nel 1602, ma a questo punto si pose il problema di quale forma dare alla cupola. Lo Schifardini nel frattempo era morto, e nel suo modello ligneo la cupola era rotonda e depressa (“chiatta”), forse simile a quella di Santo Spirito e Santa Maria degli Angeli. Si pensa, però, che una tale soluzione architettonica avrebbe sciupato la chiesa, così del problema viene investito direttamente il Granduca. Questi il 4 giugno giunge in visita a Siena, e chiede un parere al fratello Giovanni de’ Medici, esperto di architettura, che suggerisce le modalità di innalzamento della cupola, costruita a calotta semplice, gli espedienti tecnici per eseguirla e, propone anche di lasciare una piazza davanti alla facciata. I consigli vennero accolti immediatamente tanto che il 22 ottobre 1604 anche la parte strutturale della cupola risulta terminata.

Maura Martellucci

Roberto Cresti