Chigiana Journal, rinasce la rivista di studi musicologici dell’Accademia

L’Accademia Musicale Chigiana presenta la terza serie del suo annuario musicologico “Chigiana”, che inaugura con la pubblicazione del volume Ildebrando Pizzetti. Sulle tracce del modernismo italiano – Ildebrando Pizzetti. Retracing Italian Modernism, a cura di Susanna Pasticci (Libreria Musicale Italiana, Lucca 2019, pp. XIV+389).

“La ripresa delle pubblicazioni, dopo oltre otto anni di assenza, della rivista di studi musicologici “Chigiana”, un periodo lungo, dovuto a un difficile e complesso concorso di circostanze, è un segnale estremamente importante” dichiara Nicola Sani, direttore artistico dell’Accademia Chigiana. “Testimonia di come oggi l’Accademia si sia rafforzata, con un più consapevole riposizionamento in ambito internazionale e l’avvio di un ventaglio straordinariamente ampio di iniziative e attività, che testimoniano concretamente la sua presenza nello scenario culturale contemporaneo. L’Accademia è oggi protagonista di una nuova fase di apertura a tutte le componenti della vita musicale nazionale e internazionale, con una formula unica nel suo genere, uno straordinario laboratorio dove alta formazione, ricerca, divulgazione e spettacolo sono diventate una sintesi unica.”

“Questo primo numero – prosegue Sani – inaugura la nuova serie editoriale pubblicata dalla LIM-Libreria Musicale Italiana, casa editrice di riferimento della musicologia italiana il cui catalogo comprende circa mille titoli (con più di 6000 unità bibliografiche) e una decina di periodici di riferimento nel campo della ricerca storica e teorica sulla musica. Il numero XLIX dall’Istituzione della rivista, a cura di Susanna Pasticci che di Chigiana è anche il nuovo direttore, si inserisce come elemento di continuità in una storia di grande rilevanza e prestigio in ambito scientifico e in una fase estremamente importante nel percorso di crescita e di rinnovamento dell’Accademia. La nuova serie di “Chigiana” coincide anche (significativamente) con la rinascita dell’attività musicologica dell’Accademia e, in sintonia con le linee di indirizzo del nuovo corso dell’Istituzione, vuole costituire una finestra sul rapporto tra la ricerca scientifica e le dinamiche del presente, avviando un confronto aperto con le tematiche della musica in rapporto alla società del nostro tempo. Quindi l’impostazione tematica racchiude sempre un caleidoscopio di opinioni che si confrontano con la ricezione attuale della musica e le problematiche legate alla diffusione e all’ascolto. Anche per affrontare determinati temi o personalità da una pluralità di punti di vista, che tengono conto di molteplici percorsi, opinioni e atteggiamenti diversi”.

Fondata nel 1939, e inaugurata con la pubblicazione del primo volume Antonio Vivaldi. Note e documenti sulla vita e sulle opere in occasione della prima edizione delle Settimane Musicali Senesi, manifestazione affidata alla direzione artistica di Alfredo Casella e dedicato all’esecuzione di opere della tradizione italiana all’epoca sconosciute o dimenticate, la testata della rivista assunse la denominazione attuale a partire dal 1964. Un’impresa pionieristica per l’Italia di questi anni, che coinvolse schiere di musicologi impegnati in ricerche d’archivio per la selezione e lo studio delle musiche e importanti compositori (Alfredo Casella, Virgilio Mortari, Riccardo Nielsen, Vito Frazzi e molti altri), a cui venne affidato il compito di elaborare le trascrizioni delle partiture autografe per poter eseguire nuovamente quelle musiche dimenticate.

Dopo la prima edizione dedicata ad Antonio Vivaldi, in occasione delle successive edizioni della Settimana Musicale Senese fu possibile ascoltare, dopo secoli di oblio, opere come il Pigmalione di Luigi Cherubini, I tre amanti di Domenico Cimarosa, Guglielmo d’Acquitania e Il Flaminio di Giovanni Battista Pergolesi, Le serve rivali di Tommaso Traetta e L’occasione fa il ladro di Gioachino Rossini. Ogni edizione del festival era accompagnata dalla pubblicazione di un numero dell’annuario musicologico, dedicato di volta in volta ai musicisti intorno a cui ruotava la programmazione artistica.

Non è dunque un caso che nel 1964, quando venne fondata la Società Italiana di Musicologia, il conte Guido Chigi Saracini volle che la sua Accademia figurasse tra i Soci benemeriti. In un ricordo del Conte pubblicato nel 1966, poco dopo la sua scomparsa, l’allora presidente della Società di Musicologia Gugliemo Barblan rievoca la circostanza del loro ultimo incontro, avvenuto nel Palazzo Chigi-Saracini nel settembre 1965. Da poco era terminata la cerimonia per l’inaugurazione del monumento a Verdi, che il conte aveva seguito attraverso un altoparlante dal letto, che ormai non abbandonava da qualche tempo. Barblan si complimentò con il conte per l’istituzione di un Corso di musicologia, che dal 1965 venne affiancato regolarmente ai tradizionali corsi dell’Accademia. Il Conte ascoltò con attenzione e rispose, testualmente: «Era ora. Perché, ricordate, non può esserci musica senza musicologia». E subito completò il suo pensiero: «come non potrà esserci musicologia senza musica, intendi?». Un messaggio rivolto al futuro, che il gruppo che oggi guida la prestigiosa istituzione senese ha voluto interpretare come un invito a rafforzare la presenza della Chigiana nel contesto culturale e scientifico del nostro tempo anche attraverso un’operazione di rilancio delle attività musicologiche.

L’uscita di questo volume è infatti il primo risultato di una progettualità di ampio respiro, che oltre all’avvio di una terza serie della rivista prevede anche l’organizzazione, con cadenza annuale, di un convegno internazionale di studi su temi che possono intersecare la programmazione artistica della Chigiana. Le due iniziative – rivista e convegni – sono strettamente collegate, dal momento che il tema del convegno annuale è anche il filo conduttore del volume pubblicato nell’anno successivo.

La direzione della rivista è stata affidata alla musicologa Susanna Pasticci, docente di Storia della musica all’Università di Cassino, che sintetizza così le linee principali del progetto: «In accordo con il direttore artistico Nicola Sani, abbiamo deciso innanzitutto di coinvolgere in questo progetto un ampio Comitato scientifico internazionale, rappresentativo di una pluralità di competenze e orientamenti diversi. Il direttore della rivista è affiancato da un Comitato direttivo, una squadra operativa di cui fanno parte Antonio Cascelli, Cesare Mancini, Stefano Jacoviello e Massimiliano Locanto. La nostra prima preoccupazione è stata quella di continuare a garantire il livello qualitativo della rivista tramite l’adozione di procedimenti editoriali conformi agli attuali standard delle riviste di alto profilo scientifico (double-blind peer review, codice etico, articoli e abstract in italiano e in inglese, internazionalità dei revisori, ecc.).

Attualmente stiamo lavorando alla preparazione del volume del 2020 dal titolo Out of Nature. Music between Natural Sound Sources and Acoustic Ecology, curato da Simone Caputo e Candida Felici. La scelta del tema è stata ispirata dalla programmazione artistica del Chigiana International Festival and Summer Academy 2019, e i saggi sono stati raccolti tramite una call internazionale. In pochi mesi abbiamo realizzato il sito internet della rivista, inglobato nel portale dell’Accademia, dove è possibile trovare informazioni dettagliate su tutte le pubblicazioni realizzate a partire dal 1939 e sulle varie iniziative in corso (call for papers, convegni e progetti).
Per quanto riguarda i convegni, la preparazione scientifica viene affidata di volta in volta a un apposito Comitato scientifico, con competenze specifiche nell’ambito delle tematiche affrontate. Al momento, due diversi Comitati stanno lavorando alla preparazione dei prossimi convegni: il primo – Re-envisaging Music: Listening in the Visual Age – si svolgerà a Palazzo Chigi-Saracini dal 10 al 12 dicembre 2020, e il Comitato scientifico coordinato da Antonio Caselli e composto da Tim Carter, Laura Leante, Allan Moore, Christopher Morris ed Emanuele Senici sta attualmente selezionando le numerose proposte pervenute alla redazione da ogni parte del mondo. Il secondo Comitato, coordinato da Massimiliano Locanto e composto da Esteban Buch, Fabrizio Della Seta, Markus Engelhardt, Axel Körner, Fiamma Nicolodi, Antonio Rostagno e Carlotta Sorba, sta invece lavorando al progetto del convegno programmato per il 2021, incentrato sul tema dei rapporti tra musica e potere nel XIX secolo.

In definitiva, il nuovo progetto di “Chigiana” Journal si qualifica come un grande laboratorio di ricerca internazionale, animato da una forte vocazione inclusiva: tutte le attività vengono progettate con il contributo scientifico dei più autorevoli studiosi in campo internazionale e sono aperte, tramite adesione ad apposite call for papers lanciate periodicamente in rete, alla partecipazione di studiosi di ogni parte del mondo.

La pianificazione di un progetto così ampio e articolato è stata propiziata dalla convinta determinazione del direttore amministrativo Angelo Armiento, dal contributo di idee del responsabile progetti culturali e media Stefano Iacoviello e di tutto lo staff dell’Accademia, ma soprattutto dall’impareggiabile vocazione progettuale del direttore artistico Nicola Sani, che ringrazio per avermi coinvolto in questo entusiasmante progetto: senza il suo decisivo impulso, l’impresa di riportare Chigiana Journal a rinnovata vita sarebbe stata, letteralmente, impensabile».

La pubblicazione di questo volume è il primo risultato di un progetto di rilancio delle attività musicologiche dell’Accademia Chigiana avviato con il Convegno Internazionale di Studi dedicato a Theodor W. Adorno nel 2019, con l’obiettivo di rivitalizzare la prestigiosa tradizione di studi, convegni internazionali e iniziative editoriali promosse dall’Istituzione senese fin dal 1939. Consapevolezza del passato e sguardo verso il futuro sono i principali fili conduttori di questo nuovo progetto della Chigiana, che si ricollega idealmente alla tradizione dell’Accademia e agli orientamenti del suo fondatore per esplorare nuove possibilità di interazione tra ricerca musicologica, produzione musicale e programmazione artistica.

La decisione di inaugurare la nuova serie della rivista con un volume dedicato a Pizzetti e al modernismo musicale italiano è stata propiziata dalla ricorrenza, nel 2018, del cinquantesimo anniversario dalla scomparsa del compositore. La biografia artistica di Pizzetti si intreccia a più riprese con la storia della Chigiana, che ha voluto dedicare al compositore un incontro di studi (“Pizzetti Classico e Moderno”) che si è svolto a Palazzo Chigi Saracini il 30 ottobre 2018, come ricorda il direttore artistico Nicola Sani:
«Questa densa giornata di studio e di ascolto ci ha spinto ad approfondire la ricerca sulla figura e l’opera di Pizzetti portandoci a immaginare, sulla base di quell’esperienza, di dedicare il primo numero monografico della rinata rivista Chigiana a questo tema, indirizzandolo verso una più ampia riflessione critica sul modernismo italiano. Un fenomeno musicale e culturale che la nostra generazione, maggiormente concentrata sulle coeve esperienze della seconda Scuola di Vienna e sull’altra “generazione dell’Ottanta” a cui appartenevano Stravinskij, Bartók e Varèse, aveva lasciato in secondo piano».

Il volume, in linea con la tradizione delle “monografie a più voci” che ha sempre qualificato le iniziative editoriali dell’Accademia Musicale Chigiana, raccoglie 16 saggi di autorevoli studiosi italiani e stranieri, che coprono un ampio ventaglio tematico, come spiega Susanna Pasticci nella prefazione al volume: «Il sottotitolo del volume – Sulle tracce del modernismo italiano – evidenzia il filo conduttore della narrazione: un invito a rileggere il primo Novecento musicale italiano nella prospettiva del modernismo, rintracciando in questi repertori i sintomi della condizione di spaesamento e crisi del linguaggio musicale che hanno pervaso, in quegli anni, tanta parte della musica europea. Una sfida che gli autori hanno intrapreso sulla falsariga di un presupposto condiviso, e cioè a partire dall’idea che il modernismo, più che una posizione ideologica o un atteggiamento culturale, è una prassi artistica concreta che si alimenta di intersezioni con esperienze artistiche e culturali di segno diverso».

Il volume si articola in cinque sezioni in cui vengono approfonditi, anche attraverso l’esame di fonti documentarie inedite, vari aspetti finora inesplorati dell’esperienza artistica di Pizzetti, che documentano la vastità dei suoi orizzonti d’interesse e d’azione: “Modernismi e modernisti” (Vincenzo Borghetti, Francesco Fontanelli); “Echi del mondo classico” (Simone Beta, Marilena Crucitti, Michele Napolitano); “Interazioni” (Cesare Mancini, Patrizia Veroli, Riccardo Pecci); “Poetiche” (Ilaria Bonomi, Ben Earle, Simone Caputo, Gian Paolo Minardi, Stefan König, Stefano Jascoviello), “Pizzetti il progressivo” (Susanna Pasticci). Il volume si conclude con una rubrica dedicata agli archivi dell’Accademia Musicale Chigiana, dove Mauro Tosti-Croce illustra il progetto di una risistemazione complessiva dell’Archivio e della Biblioteca volto a garantire la conservazione permanente e la fruibilità di un patrimonio di straordinario interesse per la storia della musica del Novecento.