A Siena parte la stagione dei saldi. Confesercenti: “Imprese penalizzate, vanno posticipati”

Sabato 5 gennaio, anche a Siena e provincia, sarà la prima data-chiave per il commercio, in particolare del settore abbigliamento. Da quel giorno si apre la finestra ufficiale dei saldi di fine stagione invernale, secondo quanto sancito dalla Regione Toscana a novembre: dureranno per 90 giorni, fino al 4 marzo prossimo, mentre quelli relativi alla prossima stagione estiva saranno possibili tra il 6 luglio ed il  3 settembre.  Una cadenza consolidata fin dai tempi in cui quelle dei saldi erano le date canoniche per l’effettuazione degli sconti su larga scala. Ma da tempo non è più così, e la scontistica rivolta al consumatore trova innumerevoli altre occasioni durante l’anno: su tutte il “black Friday” ed il “cyber monday”, stimolate solo poche settimane fa in particolare dal commercio on line. Un crescendo di sconti che non ha ignorato il periodo Natalizio. Anche per questo cresce, nel mondo della piccola impresa del settore moda, la richiesta di modificare, anche in modo radicale tutto il tema delle vendite straordinarie.

“Riteniamo da anni che una data di inizio dei saldi invernali così ravvicinata al Natale sia penalizzante per imprese e consumatori; inoltre – osserva Leonardo Nannizzi, Presidente provinciale di Confesercenti Siena – pensiamo che sarebbe più opportuno far partire i saldi realmente a fine stagione e con una durata limitata. Attualmente la maggior parte delle persone preferisce aspettare l’inizio dei saldi per acquistare capi pesanti e di maggior impatto sul budget familiare Ci sarebbero anche argomenti per interrogarsi su natura e modalità delle vendite promozionali, su chi deve effettuare i controlli necessari sul corretto svolgimento nel rispetto del principio di trasparenza nei rapporti dell’utente finale; ma di fatto, senza l’introduzione di una norma che ne regoli data e durata sarà difficile favorire un andamento più lineare per  i consumi del settore moda”.

Quello della trasparenza, e dell’effettiva equità concorrenziale è l’altro aspetto di cui la normativa di settore dovrebbe farsi carico: “In linea di principio, è difficile dar torto a chi si  chiede come si possa realmente parlare di sconti, se c’è chi li pratica costantemente – osserva ancora Nannizzi – ed è inoltre evidenti che c’è una asimmetria crescente di trattamento tra il negozio fisico che formalmente deve sottostare a precise regole per l’effettuazione di svendite o liquidazioni, e chi vendo solo sulla rete praticando sconti in qualsiasi giorno e ora dell’anno. Favorire un rapporto più chiaro e di fiducia tra commerciante e acquirente è una possibilità della quale possono beneficiare entrambi: per questo anche il consumatore deve fare la sua parte, considerando anche il valore della serietà e professionalità di chi si trova davanti, oltre al fattore-prezzo”. Come in passato, Confesercenti mette a disposizione in proposito il decalogo dei buoni saldi: dieci indicatori per misurare la bontà delle proposte nel periodo delle vendite di fine stagione.