Mangusta 2018: oltre mille paracadutisti della Folgore si esercitano con gli USA

Oltre mille paracadutisti della Folgore insieme ad unità di Paracadutisti Statunitensi hanno concluso con successo l’esercitazione multinazionale interforze “Mangusta 2018” che si è svolta nelle aree addestrative tra Siena e Grosseto.
La “Mangusta” è una tradizionale esercitazione della Brigata Paracadutisti Folgore che prevede la contrapposizione sul campo di due unità avversarie per testare le capacità nella conduzione delle operazioni a seguito di aviolancio.
Con il briefing presso la sala operativa del 186° reggimento paracadutisti di Siena, questa mattina ha avuto inizio l’ultimo atto.
L’aviolancio con la tecnica HALO ( High Altitude Low Open )(Alta Altitudine Bassa Apertura) sull’ex aeroporto di Pian del Lago da parte di una unità esplorante del 186° reggimento, simulava la conquista dell’aeroporto di Moroto nello stato di Lakuta precedentemente occupato da truppe dello stato di Kamon per avere accesso alla maggior fonte d’acqua della regione e per soddisfare la propria ambizione espansiva.
Questo lo scenario immaginato dall’esercitazione iniziata il 27 novembre e terminata oggi, e che vedeva sul campo anche i paracadutisti della 173ma Airborne dell’esercito degli Stati Uniti.
L’invasione di Lakuta scatena l’immediato intervento della NATO che invia un contingente internazionale per ripristinare l’ordine.
Dopo un lungo combattimento gli esploratori mettono in sicurezza l’aeroporto, così da consentire l’inizio della “Forcible Entry Operation” ovvero un’operazione Avioportata che ha lo scopo di “preparare” il terreno per l’entrata in teatro dei successivi scaglioni di forze.
Da un Chinook scortato da due Mangusta che hanno il compito di coprire la presa di terra delle unità elitrasportate, gli uomini scendono con la tecnica della “Fast “Rope” cioè una discesa rapida con la corda da elicottero in volo stazionario e preso il controllo completo dell’aeroporto liberano gli ostaggi in mano ai guerriglieri di Kamon.
Con quest’ultimo atto si conclude l’esercitazione, nella realtà questa non sarebbe altro che l’inizio dell’operazione che terminerebbe solo quando la NATO avrà riportato l’ordine nella regione.
L’esercitazione è stata un’eccellente opportunità in termini di interoperabilità e integrazione con le forze armate straniere, con un alto valore addestrativo per via del realismo dello scenario e per l’impiego dei vari assetti specialistici nazionali e internazionali.

Giovanni Graziotti