Chiusi, la sede Aniep non c’è più. Pierluigi Ciacci accusa la dirigenza nazionale. Ed è scontro sulle spese

“Chiedo alla dirigenza nazionale dell’Associazione Nazionale per la promozione e la difesa dei diritti delle persone disabili (Aniep) di rendere conto in maniera dettagliata e trasparente di come sono stati spesi i 600 mila euro ricevuti nel 2011 grazie ad una eredità, poiché oggi – dopo appena 8 anni – l’Associazione dichiara di trovarsi di nuovo con pochi soldi in cassa, senza aver fatto, a mio parere, niente di utile per i disabili italiani. Sono costretto a fare questa richiesta sulla stampa e sui canali social, e non all’interno di Aniep, poiché nel 2017 sono stato espulso in maniera immotivata e contro ogni norma statutaria”.

Così Pierluigi Ciacci (nella foto), dal 2012 al 2015 segretario generale di Aniep, attira l’attenzione su una questione che ha portato da un lato alla chiusura della sede di Chiusi, il che significa aver tolto un grosso riferimento a quanti ne avevano bisogno e dall’altro alla sua espulsione peraltro avvenuta contro lo statuto dell’associazione. Ciacci punta il dito anche contro la chiusura della sede Aniep di Chiusi, avvenuta un anno fa e apparsa chiaramente un atto di ostilità nei suoi confronti, benché lo statuto di Aniep non preveda in alcun modo la possibilità di chiudere una sede locale, peraltro diventata punto di riferimento e di aiuto per tante persone, ben oltre i confini territoriali comunali. A questo proposito è pendente anche una richiesta di arbitrato alla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH), presentata da Ciacci proprio per avere un parere strettamente giuridico in merito alla sua espulsione ed alla chiusura della sede Aniep di Chiusi. Sul proprio post Facebook Pierluigi Ciacci è esplicito: “E’ vergognoso che non si sia preso atto della incapacità di azione della dirigenza, non si siano volute percorrere strade diverse e si sia lasciato che i soldi finissero buttati al vento. E’ vergognoso che si chiudano definitivamente i cordoni della borsa senza mettere in atto le soluzioni che sono chiare a tutti per salvare Aniep: chiudere la sede nazionale di Bologna e licenziare la dipendente”. Poiché alla fine è proprio la continuità dell’attività di Aniep a favore delle persone disabili (iniziata nel 1957) che viene messa a rischio dai comportamenti dell’attuale dirigenza, secondo quanto dichiarato da Ciacci.

E’ proprio lui a chiarire, in risposta alla nostra domanda, che “nel periodo in cui sono stato segretario generale ho tentato di far attuare una spending review e una politica di raccolta fondi sulla base delle relazioni dei sindaci revisori che invitavano a gestire i soldi e a trovare nuovi finanziamenti. Nel 2017 ho scritto anche una nota nella quale ribadivo le mie forti contestazioni rispetto alla gestione sia politica che economica dell’ANIEP”.

Katiuscia Vaselli