Siena, fenomeno della rinascita

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C’era una volta una squadra di serie A di una piccola città. C’era una volta una piccola città che era… grande, ricca e benestante. Venne un giorno, però, che tutto o quasi crollò, all’improvviso, dall’oggi al domani. La squadra che aveva battuto Inter, Milan, Fiorentina, Roma, Juventus, fallì miseramente a causa di gente vana, mentre la città stava cadendo sempre più nello sconforto di una crisi che pareva senza soluzioni. Il fato crudele, però, non aveva fatto i conti con il carattere e la tempra dei senesi, avvezzi da secoli a combattere ogni tipo di battaglia ed ogni tipo di nemico. Oggi, a distanza di pochi anni, se non mesi, non tutto è stato risolto, ma tante cose stanno trovando faticosamente una soluzione dopo tante malefatte. Tra queste c’è il capitolo sport. La Mens Sana pluricampione d’Italia sta cercando di tornare a livelli accettabili, dopo il crollo, mentre la Robur ha già centrato l’obiettivo al primo tentativo. Ieri pomeriggio in quel di Massa, il sogno è rinato, forte come oltre 10 anni fa. La Robur targata MorgiaPonte, ha dominato il campionato di serie D ed è rientrata trionfalmente, senza aiuti, nel calcio che conta. Si, non è la serie A, ma il torneo di Lega Pro è pur sempre un campionato importante, con nove derby in programma, un campionato tutto da godere.

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Il calcio come fattore di rinascita, quindi. Senza enfatizzare troppo il successo della Robur, è allo stesso tempo obbligatorio segnalare la rinascita di una società sportiva senese in un momento, a dir poco particolare, della nostra città soprattutto quando questa scaturisce e si sviluppa senza aiuti, senza ingaggi faraonici, ma solo grazie alla grinta (e all’azzardo) imprenditoriale di un uomo come Ponte e la fiducia di quasi 4000 abbonati (record per la categoria).

Il fenomeno Robur ha contagiato un po’ tutti. Ieri sera e durante parte della notte, gente di ogni età ha invaso le vie cittadine vestendo i colori bianconeri come mai aveva fatto in passato, forse nemmeno quando abbiamo vinto campionati ben più importanti. Vedere nonne con i nipoti, ragazze e ragazzi, babbi con figli piccoli in braccio, pensionati non più giovanissimi con la bandiera in pugno, ci ha commosso e ci ha fatto capire quanto è grande la voglia di questa città di tornare ad emergere, non solo nel calcio. Non è retorica la nostra, è solo una lettura della realtà, o meglio la sua interpretazione.
Siena ha bisogno di segnali di fiducia e, piccolo o grande che sia stato, la vittoria della Robur è uno di questi. Se poi a qualcuno questo non va bene o è un fatto sopravvalutato solo per esaltati, pazienza, intanto oggi noi esultiamo per la nostra passione.
Gli aridi di cuore non possiamo che compatirli.
Antonio Gigli