Il quidditch babbano a Siena con i Ghibellines

Il quidditch babbano raccontato dai ragazzi del Siena Ghibellines Quidditch Club, la squadra locale nata da una storia d’amore e che adesso si prepara ad affrontare le altre squadre italiane al Torneo Nazionale 2016 di Vignola, sabato 14 e domenica 15 maggio.

Grandi anelli sospesi a mezz’aria, facce tirate di gente che corre reggendo un bastone tra le ginocchia e palloni che volano da una parte all’altra. Qualcuno cade, si fa male, leggende narrano di nasi rotti e sangue copioso sul prato, di denti stretti e di un agonismo chi si fonde con la più radicata sportività. Tutto questo lo troviamo in Piazza Amendola, sul prato che viene solcato dal Siena Ghibellines Quidditch Club, ben 20 ragazzi e ragazze che si allenano con determinazione. Tutto questo si chiama quidditch babbano e Siena, in sordina, vanta l’unica squadra toscana e che parteciperà al Torneo Nazionale 2016 a Vignola (Modena) il 14 e il 15 maggio. I Ghibellines sono uno strano gruppo di sportivi con un entusiasmo particolare, come particolare è lo sport che praticano, ispirato al quidditch nato dalla mente di Joanne Kathleen Rowling e da Harry Potter, ma che ha ormai preso vita propria, discostandosi totalmente dallo sport del ‘simpatico maghetto’, a cui i giocatori di quidditch babbano non amano essere associati. E’ la squadra stessa a raccontarci di questo sport che sta prendendo sempre più piede anche in Italia.

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Partiamo dall’inizio: come e dove nasce il Quidditch Babbano?

“E’ impossibile non citare Harry Potter, nonostante non ci piaccia molto che il quidditch abbano venga associato a quello raccontato nei libri. Però, l’idea di portare questo sport nella vita reale è partita dai college americani (ovviamente), alcuni ragazzi si sono messi a giocare a quidditch con quello che avevano, adattando le regole da quelle del libro… Il gioco ha avuto successo e due studenti hanno fondato l’IQA (International Quidditch Association). E’ la storia di una piccola idea che è diventata più grande del previsto. Per noi, sono due ‘mitici’. Anche in Italia abbiamo la nostra associazione, l’AIQ (Associazione Italiana Quidditch) fondata da Michele Clabassi e Andrea Miglietta“.

Come si gioca a quidditch?

“Le dimensioni del campo sono 77×44 metri ed è a forma di ‘pillola’. Per spiegarlo a chi proprio non ne sa nulla, si può dire che nel quidditch c’è un po’ di pallamano, un po’ di rugby e un po’ di dodgeball. Si gioca 6 contro 6 per i primi 18 minuti, al termine dei quali entra in campo il cercatore. I cacciatori hanno il compito di passarsi la pluffa e segnare infilandola negli anelli avversari: ogni volta che la pluffa attraversa l’anello, la squadra ottiene 10 punti. I battitori tentano di ostacolare l’altra squadra con il lancio dei bolidi e il portiere difende gli anelli. Quando il cercatore entra in campo, il suo compito è quello di accaparrarsi il boccino, ovvero riuscire a staccarlo dalla maglia del ‘boccinatore‘. Tutto questo viene fatto con dei bastoni che teniamo tra le gambe, l’equivalente delle scope. In più ci sono gli arbitri, ogni squadra ha i suoi e possono essercene massimo 8 in campo. Noi siamo la squadra con più arbitri al mondo! Per altro, per fare l’arbitro di quidditch è necessario passare dei test. E’ uno sport che richiede molto contatto fisico”.

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Arriviamo a Siena, quindi. Come nascono i Ghibellines?

“La squadra è il frutto di una storia d’amore! Il nostro presidente, Francesco Pacciani, ha avuto l’idea durante una trasferta a Sarteano dalla sua ragazza. Era luglio 2015 e in quel periodo a Sarteano c’era il Campionato Europeo di Quidditch Babbano che è stato fonte d’ispirazione: da lì è nata la squadra. Una fiaba d’altri tempi, insomma! Da quel momento, siamo partiti in 4 e abbiamo deciso di mettere un annuncio su Spotted per ‘reclutare’ giocatori e siamo rimasti colpiti dal riscontro ottenuto, non tanto per Harry Potter, quanto per il gioco del quidditch che ormai ha un’identità propria e adesso siamo la squadra più numerosa al mondo con ben 20 membri, anche se ci piacerebbe crescere ancora. La prima uscita di squadra l’abbiamo fatto per reperire materiale, tutto ciò che abbiamo è comprato di tasca nostra, che siano le magliette o gli attrezzi di gioco”.

Ci sono molte donne che giocano a quidditch?

“Certo! Noi ne abbiamo ben 7 e bisogna dire che le donne sono molto più agguerrite degli uomini. Sentono di più la competizione e questo le fa essere molto ben predisposte in campo, nonostante si possa pensare che uno sport con così tanto contatto fisico possa non essere adatto al ‘gentil sesso’. Basti pensare che il nostro portiere si è rotto il naso in una delle prime partite, mentre loro sono ancora illese!”

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Progetti futuri?

“Il Torneo Nazionale a Vignola, ovviamente. Dalla nascita della squadra ad ora sono cambiate molte cose: siamo partiti un po’ per gioco, eravamo un gruppo di svitati che volevano proporre alla città qualcosa di diverso e, nel giro di un anno, siamo cresciuti a dismisura. Mettiamo tutti il massimo impegno, ci alleniamo 2-3 volte a settimana per 2 ore, ci siamo comprati il materiale e abbiamo disegnato e comprato le magliette. Durante l’inverno ci siamo allenati duramente, abbiamo disputato qualche partita ma il nostro obiettivo è il Torneo e non vediamo l’ora!”

Arianna Falchi