Calcioscommesse – Drascek scrive al Corriere di Siena: “Io e Vitiello siamo innocenti”

“Premetto che tutto quello che sto scrivendo è documentato da atti ufficiali”. E’ quanto scrive al Corriere di Siena e al Corriere di Maremma Davide Drascek, imputato e poi condannato nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse a 3 anni e 6mesi per illecito sportivo. Il suo nome è stato per mesi al centro della bufera in merito alla presunta combine Novara-Siena, secondo l’accusa il suo incontro con Roberto Vitiello nella hall dell’albergo del ritiro del Siena a Novara era stato organizzato per accordarsi sul risultato finale di quella gara. Ed è stato Drascek a telefonare e scambiarsi sms con lo stesso Vitiello prima del match che poi, sempre secondo l’accusa, “andò a buon fine con il pareggio”. “Vitiello e Drascek si conoscono da quando avevano 15 anni e sono state depositate fotografie che lo dimostrano. Nessuna norma federale vieta che due calciatori amici si possano incontrare se avversari” aveva detto durante il processo Paolo Rodella, l’avvocato del giocatore senese poi condannato ad una squalifica di 4 anni

 

Amicizia con Vitiello Adesso Drascek scrive le sue memorie e racconta la sua verità sottolineando che nell’incontro con Vitiello non ci fu nessun accordo di combine, ma semplicemente una rimpatriata di vecchi amici: “In data 8 marzo 2012 – ci scrive Drascek – vengo convocato dalla Procura Federale per dare chiarimenti riguardo ad un mio incontro con Vitiello avvenuto nel ritiro del Siena due giorni prima del match Novara – Siena. Rispondo tranquillamente, dichiarando che io e Roberto siamo amici intimi, la nostra amicizia risale alla comune militanza nel Vicenza e quindi abbiamo approfittato della contemporanea presenza a Novara per stare insieme un’ oretta, visto che giocavamo a più di 400 Km di distanza. Pensavo che, una volta chiarito questo aspetto, la mia posizione venisse archiviata, invece, il 26 luglio vengo deferito dalla Procura Federale per illecito sportivo aggravato. Oltre alla notifica del deferimento – sottolinea – ricevo copia degli atti dell’accusa nei miei confronti. L’unica dichiarazione inerente la mia posizione è la seguente deposizione di Carobbio: ‘ci fu un contatto tra Vitiello del Siena e Drascek del Novara il quale avvenne nella hall dell’albergo che ospitava noi del Siena. Io li ho visti parlare’”.

 

Accuse a Palazzi Davide Drascek prosegue nel suo racconto: “In tutti i successivi interrogatori di Carobbio noi due non veniamo mai più menzionati. Palazzi, nelle valutazioni delle risultanze probatorie, è scritto testualmente: ‘la precedente conoscenza tra Vitiello e Drascek, legata alla passata comune militanza nella stessa squadra, sembra poter difficilmente giustificare una così intensa serie di contatti telefonici, incontri personali e scambio di sms nelle fasi immediatamente precedenti la gara, apparendo evidentemente più congrua rispetto alla necessità di definire gli aspetti di un accordo illecito volto ad alterare lo svolgimento della gara imminente’. Premetto che queste dichiarazioni sono state fatte senza presentare i tabulati delle nostre utenze telefoniche e sono, oltretutto, clamorosamente false. Ho dovuto fare io la richiesta al mio operatore telefonico per avere i tabulati telefonici relativi a quel periodo, per potermi difendere. La verità è che, in una settimana, ci sono state una telefonata il mercoledì, di 7 minuti, dove Vitiello mi ha detto che sarebbero giunti a Novara con 2 giorni d’anticipo; una telefonata il venerdì, di 30 secondi e un sms. Ecco, due telefonate e un messaggio in una settimana, per Palazzi sono ‘un’intensa serie di contatti telefonici, incontri personali e scambio di sms’. Faccio presente – prosegue Drascek – che abbiamo avuto 3 giorni di tempo per preparare ogni aspetto della difesa e i documenti relativi al procedimento erano ritirabili solo personalmente, direttamente a Roma. Nella memoria difensiva, il mio avvocato contesta tutti i punti dell’accusa e principalmente il fatto che una semplice supposizione, peraltro non supportata da nessun riscontro, non può essere utilizzata come base di un’accusa per illecito sportivo”.

 

Processo e matrimonio Il processo è il momento clou: “Arriviamo al processo – scrive al Corriere, Drascek – che ha inizio il primo agosto, e Palazzi, dopo aver preso visione della memoria difensiva, nella requisitoria, prova a cambiare versione: dice che Carobbio non ci ha visto parlare e il fatto che ne sia venuto a conoscenza, significa che l’incontro aveva una valenza particolare, ossia quella di alterare il risultato della partita (seconda versione). Ovviamente, basta rileggere rapidamente la dichiarazione di Carobbio per capire che Palazzi sta mentendo. Ribadisce, inoltre, il concetto che tra me e Vitiello non ci può essere un legame di amicizia visto che abbiamo giocato insieme solo per due stagioni e addirittura 6 anni fa. Nel dibattimento, il mio avvocato fa notare il cambio di strategia accusatoria di Palazzi e porta numerose documentazioni a testimonianza che il legame di amicizia tra me e Vitiello è inconfutabile. Esibisce foto di noi due, durante vacanze al mare e foto del mio matrimonio dove Vitiello era ovviamente presente. A questo punto una domanda nasce spontanea: Vitiello per partecipare al mio matrimonio parte da Napoli per venire a Jesolo percorrendo 1600km, tra andata e ritorno, e io non posso farne 5 di Km, per andare a trovarlo? Il 10 agosto escono le sentenze di primo grado e la Commissione Disciplinare accoglie le richieste di Palazzi e mi squalifica per 3 anni e 6 mesi. In realtà la notizia delle sentenze di primo grado era uscita già tre giorni prima su tutti gli organi di stampa e anche questo aspetto mi ha lasciato decisamente perplesso e qualche punto di domanda lo lascia sicuramente…Incredulo mi precipito a leggere le motivazioni e trovo l’ennesimo cambio di versione, cito testualmente: “La conferma che l’incontro avuto sia stato decisivo, al fine della realizzazione della combine, è data dallo stretto rapporto di amcizia tra i due deferiti’ (terza vesione). Incredibilmente, hanno provato a raddrizzare un’accusa, che era clamorosamente crollata, dicendo l’esatto opposto rispetto alla requisitoria formulata da Palazzi! Prima non potevamo essere amici, ora siamo colpevoli proprio perché siamo molto amici…”.

 

Colpevoli perchè amici Davide Drascek affonda il colpo: “Per rafforzare la tesi accusatoria viene aggiunto che il mio incontro con Vitiello avrebbe gli stessi connotati di altri incontri che hanno portato a degli illeciti sportivi già condannati in precedenza. Premetto che il nostro incontro è avvenuto a due giorni dalla partita, quindi io non ero in ritiro prepartita, e si è svolto nella hall dell’albergo che ospitava il Siena, quindi sotto gli occhi e le orecchie di chiunque fosse passato di là. A questo punto sono andato a sfogliare i fascicoli relativi ai procedimenti a cui si faceva riferimento e ho scoperto che si trattava di incontri notturni di calciatori (di cui ovviamente non faccio il nome) che lasciavano, clandestinamente, i rispettivi ritiri per trovarsi in parcheggi bui, nascosti da occhi indiscreti. Oltre a questo, che già costituisce una netta distinzione tra le due modalità di incontro, tengo a precisare che nei casi che ho appena menzionato è emerso il contenuto fraudolento dell’incontro stesso,confessato da alcuni dei diretti interessati. Mentre, riguardo all’incontro tra me e Vitiello, neanche l’unico accusatore, Carobbio, ha mai detto di aver sentito anche solo una parola detta da noi, anzi dichiara: “Non so chi esattamente abbia partecipato alla conclusione di questo accordo”. In moltissime sentenze viene citato il principio “in dubio pro reo”, in virtù del quale se non vi è la certezza di colpevolezza il giudice non condanna l’imputato. Nel mio caso, non solo non c’è la certezza di colpevolezza ma, addirittura, non esiste nessun elemento di accusa! La domanda che mi continua a girare per la testa è questa: come mai non viene mai presa in esame la possibilità che il nostro incontro non sia semplicemente stato una rimpatriata tra vecchi amici? Come è possibile che il semplice fatto che noi ci siamo visti comporti, senza ombra di dubbio, che abbiamo alterato la gara in questione? Qual’è il vero interesse a tenere in piedi la posizione mia e di Vitiello? Tenendo presente che noi abbiamo fin da subito candidamente ammesso la natura amichevole dell’incontro e soprattutto neanche Carobbio ha mai detto di aver sentito di cosa abbiamo parlato”.

 

Saluto che costa caro “Beffa delle beffe – conclude Davide Drascek in questa lettera – è il fatto che la gara per la quale sono accusato di illecito sportivo aggravato (Novara – Siena) l’ho vista dalla tribuna in quanto non vi ho partecipato. Con tutte queste domande alle quali non riesco a dare una risposta sensata mi appresto a presentare la seconda memoria difensiva, dove smonterò puntualmente le accuse a me rivolte. Ma temo che altrettanto puntualmente verrà riformulata un’accusa diversa (e sarebbe la quarta) per poter continuare ad accanirsi con due ragazzi che hanno, come unica colpa, quella di essere il perno di un impianto accusatorio, che fa acqua da tutte le parti. Ad oggi , io ho smesso di giocare a calcio, perché il 29 aprile 2011 sono andato a salutare Roberto Vitiello”.

Andrea Bianchi