Open week innovativa sul dolore pelvico femminile

Al via alle Scotte il progetto pilota di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna.

L’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese ospiterà da domani fino al 28 ottobre, l’open week sul dolore pelvico cronico femminile. Si tratta di un progetto di Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, che vede un progetto pilota all’interno delle Scotte, in particolare presso gli ambulatori della UOC Ostetricia Ginecologia, diretta dal professor Felice Petraglia, situati al lotto 4 – piano 5S.

«Malgrado i primi dolori siano spesso associati alle mestruazioni, non sempre si riesce ad identificare una causa vera e propria e spesso più cause, anche di diversa competenza specialistica, interagiscono nell’insorgenza della sintomatologia dolorosa», afferma il professor Felice Petraglia.

Felice Petraglia

Felice Petraglia

«Quando il dolore diventa cronico, si crea come un ‘cortocircuito’ a livello delle strutture nervose deputate alla sua elaborazione, responsabile dell’auto-mantenimento della sensazione dolorosa. Il dolore si trasforma così in vera e propria malattia, diventando un inseparabile compagno di viaggio pervasivo in tutti gli ambiti della vita: affettivo-familiare, socio-relazionale e lavorativo», conclude Petraglia.

Nel dettaglio si terranno visite collegiali gratuite sul dolore pelvico cronico femminile, con il coinvolgimento di chirurghi generali, fisioterapisti, gastroenterologi, ginecologi ed urologi, professionisti dell’AOU Senese.

«Onda ha deciso, col contributo incondizionato di IBSA, di organizzare un (H) Open Week sul dolore pelvico cronico dal 24 al 28 ottobre 2016 con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione femminile sull’importanza della prevenzione e del riconoscimento precoce dei sintomi, agevolando nella scelta del luogo di cura» spiega Francesca Merzagora, presidente di Onda.

«Si tratta di un progetto che coinvolgerà quattro ospedali ubicati in 4 diverse regioni italiane (Campania, Lombardia, Sardegna e Toscana), in rappresentanza delle differenti realtà territoriali a livello sanitario», conclude Merzagora.