Mai abbassare la guardia sull’AIDS

E’ l’obiettivo della Giornata mondiale per la lotta all’AIDS

L’attenzione mediatica sull’HIV negli ultimi anni si è ridotta, ma non bisogna mai abbassare la guardia contro questo virus. Questo l’obiettivo della Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS,

Andrea De Luca

Andrea De Luca

che si svolgerà domani e che vedrà impegnata in prima linea anche l’AOU Senese con l’UOC Malattie Infettive, diretta dal professor Andrea De Luca. Sarà infatti possibile sottoporsi al test rapido, anonimo e gratuito per l’HIV e ad un counseling con medici e infermieri del reparto, dalle 10 alle 18, presso l’ambulatorio «Codici Bianchi» del Pronto Soccorso del policlinico Santa Maria alle Scotte. L’accesso sarà diretto, cioè senza la richiesta del medico e senza prenotazione, e il risultato disponibile in circa 10 minuti.

«Dal 2009 al 2014, in Toscana – spiega il professor De Luca – sono state notificate 1763 nuove diagnosi di HIV. Si può parlare di una decisa inversione di tendenza, negli ultimi anni, nella modalità di trasmissione del virus causa dell’AIDS. La gran parte dei nuovi casi diagnosticati – prosegue De Luca – non ha contratto l’HIV a causa della tossicodipendenza, come succedeva nella fase iniziale dell’epidemia alla fine degli anni ’80, ma per via sessuale, circa l’88,5% dei nuovi casi. Il dato sottolinea l’evidente abbassamento del livello di guardia. La media regionale è di 7,9 nuove diagnosi ogni 100 mila abitanti, la provincia di Siena ha una media di 4,2 nuove diagnosi ogni 100 mila abitanti. Il 78,5% dei casi notificati – conclude De Luca – riguarda il genere maschile. L’età mediana alla diagnosi è di 45 anni. Ancora più preoccupante è che un caso di HIV su 5 è già in AIDS conclamato al momento della diagnosi di sieropositività, e il 54,8% è Late Presenter, ovvero si presenta alla prima diagnosi di sieropositività tardi, con un quadro immunologico già compromesso o con una patologia indicativa di AIDS. Una diagnosi tempestiva ed una terapia precoce ed efficace consentono invece un buon controllo della malattia, con un’attesa di vita prossima a quella delle persone senza tale infezione, ed un controllo della diffusione ulteriore del virus».