Come affrontare la caduta dei capelli legata agli sbalzi ormonali e non solo

Unskinny Boppy – Flickr.com

Secondo l’American Academy of Dermatology, almeno il 40% delle donne subisce una perdita di capelli visibile verso i 40 anni di età. La principale causa è uno squilibrio ormonale, spesso provocato da menopausa, pre-menopausa, gravidanza, ma anche da stress o traumi psicologici. Nella maggior parte dei casi, questo problema è risolvibile (o almeno migliorabile) se si sa quale strada seguire.

Nelle donne tendono ad essere quattro cause principali di perdita di capelli: carenze ormonali, mancanza di micronutrienti, malattie autoimmuni e fattori ambientali.

Le cause ormonali più comuni sono uno squilibrio della produzione di ormoni tiroidei, testosterone alto, diidrotestosterone (DHT), sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), resistenza all’insulina, eccesso o predominanza degli estrogeni, oppure cortisolo alto. 

Squilibri tiroidei, per esempio ipotiroidismo, sono connessi anche ad una maggiore delicatezza dei capelli, che tendono non solo a diradarsi, ma anche a rompersi con facilità.

Le carenze di micronutrienti includono la mancanza o insufficienza di vitamina B12, di biotina (o vitamina B7), ma anche di ferro, zinco, silice e acidi grassi essenziali. Anche l’infiammazione cronica, dovuta per esempio a un’alimentazione povera di omega 3 e colesterolo, può essere alla base di squilibri ormonali.

Il telogen effluvium è invece la perdita di capelli dovuta allo stress, comune nelle donne che hanno da poco partorito o che hanno affrontato un divorzio particolarmente conflittuale. Anche l’invecchiamento stesso può essere un fattore scatenante, visto che la menopausa agisce sulla produzione di estrogeno e quindi causa il diradamento follicolare.  

Degli esami del sangue completi sono un buon metodo per verificare quale è il vero fattore scatenante, e quindi per iniziare una terapia davvero su misura ed efficace. Ad esempio, se il problema è la tiroide, una cura ormonale ad hoc permetterà di stimolare di nuovo la crescita dei capelli.

I valori del sangue devono comprendere anche la glicemia a digiuno, l’insulina, l’emoglobina A1C, studi di ferro, in particolare ferritina. Sono fondamentali inoltre i livelli di ormoni T3 e T4, i principali ormoni prodotti dalla tiroide.

I risultati vanno ovviamente sempre mostrati al proprio medico di famiglia, che potrà consigliare una visita specialistica, se riscontra problemi ormonali o di altro tipo, come anche altri esami complementari, per esempio un’ecografia tiroidea.

Mentre si aspetta di realizzare gli esami, si può iniziare a seguire una dieta speciale per favorire la crescita dei capelli. Gli esperti raccomandano di inserire nella propria alimentazione quotidiana almeno tre categorie di alimenti: grassi sani, proteine ​​e cibi non raffinati. Per i grassi, sono raccomandati olio di cocco, noci e frutta secca in generale e avocado. Si possono usare per condire il cibo, nei frullati o anche come snack.

Le proteine migliori per i capelli sono la carne e le uova, come anche i legumi quali fagioli e lenticchie. Anche il fegato e il pesce sono d’aiuto, il primo per l’alto potere nutrizionale, il secondo soprattutto per l’alta dose di omega-3 e acidi grassi. Inoltre, è consigliabile prendere quotidianamente un integratore contenente tutte le vitamine e minerali necessari, come la biotina, il ferro, il magnesio e le vitamine del complesso B.

In farmacia esistono prodotti specifici pensati per i capelli, contenenti già tutte le sostanze necessarie, ma per vedere i risultati possono essere necessari almeno tre mesi di uso continuativo. Inoltre, si possono usare shampoo e maschere fortificanti, meglio se comprate direttamente dal parrucchiere o in negozi specializzati.

La perdita di capelli è un fattore molto stressante per le donne, e trovare la causa è il primo passo da fare per avere capelli sani, fermare il diradamento e ristabilire l’equilibrio nel proprio corpo.