Le iniziative in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer

In occasione della diciottesima Giornata mondiale della malattia di Alzheimer del 21 settembre, nella sala delle conferenze della casa di riposo in Campansi, alle ore 16,30, si terrà una conferenza tenuta dal geriatra Carlo Bandinelli sul tema: ‘Prendersi cura di chi si prende cura’ organizzata dall’ Aima- Sezione di Siena.

Il tema centrale della conferenza è la famiglia del malato di Alzhaimer e di coloro che si prendono cura di lui. Nello stesso giorno, ricercatori e scienziati di tutto il mondo insieme alle associazioni di riferimento, discuteranno i risultati raggiunti,o in corso di studio,circa l’origine della malattia e le terapie più adatte a curarla.

E’ noto che la Demenza di Alzheimer è caratterizzata da una progressiva perdita della memoria,del linguaggio,del ragionamento, tali da compromettere le normali attività lavorative dell’ammalato e le sue relazioni affettive e sociali. Oltre ai sintomi descritti possono comparire disturbi del comportamento:ansia,insonnia,allucinazioni,vagabondaggio che aggravano le condizioni dell’ammalato e ne rendono difficile la gestione.

La demenza di Alzheimer è responsabile di oltre il 50% dei casi di demenza.

I casi in Italia sono 500.000 circa con un incremento di 80.000 nuovi casi all’anno. Considerato che coloro che assistono gli ammalati sono almeno tre persone,ruotano intorno agli ammalati di Alzheimer circa 2 milioni di persone che sostengono notevoli costi economici e sociali. La malattia prevale nella fascia di età superiore a 80 anni,ma sono frequenti anche nelle fasce di età comprese tra 65 e 75 anni.

La malattia è caratterizzata da diverse fasi: in quella iniziale si notano comportamenti strani nella persona che ci è stata accanto per tanti anni. Si rimane perplessi sul fatto che una persona dinamica, attiva, adoperi in modo sbagliato utensili di cucina o non ricordi le ricette di cucina semplici da preparare;inoltre confonde le stagioni indossando abiti non adatti.

Nella seconda fase possono apparire i disturbi del comportamento; il paziente diventa irrequieto, ansioso, agitato,non sta mai fermo e può essere affetto da vagabondaggio. Nella fase più avanzata della malattia il malato è completamente non autosufficiente. Ha bisogno di una assistenza 24 ore al giorno. Questo è l’aspetto più difficile per i familiari che vivono una drammatica situazione di smarrimento. Subentra la solitudine,l’incomprensione,il senso di inutilità,il senso di impotenza che scandiscono il tempo della malattia. Ecco quindi che i soggetti sofferenti possono diventare due : l’ammalato di alzheimer ed il care giver, in primis il familiare che si occupa di lui. Occorre precisare che a livello socio-sanitario si sono compiuti notevoli progressi.

L’Usl con i Comuni della Zona Senese ha aperto Il centro diurno “Villa le Rose” presso Porta Romana che accoglie ammalati con demenza lieve-moderata, anche questo gestito dall’ “Asp Città di Siena”. L’assistenza diurna è fornita da personale specializzato in grado di far recuperare, entro certi limiti, le funzioni cognitive agli utenti e di offrire un concreto sollievo alle loro famiglie.

Presso la Struttura Campansi è attivo il ‘Nucleo Alzheimer”, otto posti residenziali per malati che presentano disturbi del comportamento: lo spazio abitativo è stato completamente ristrutturato nell’ottobre 2008 ed è dotato anche di un attiguo giardino circolare adatto a coloro che soffrono di vagabondaggio.

Anche l’ Aima (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer) Sezione di Siena ha la sua sede presso l’ “Asp Città di Siena””(indirizzo: Via Campansi 18 ,telefono 057744798 – aimasiena@virgilio.it).

“Dobbiamo puntare ad una sinergia contro la malattia di Alzheimer – dice il Presidente Asp Pier Luigi Corsi – e l’Aima , con la sua sede presso la struttura Campansi, svolge un ruolo essenziale di sostegno alle famiglie. Fornisce informazioni e consigli sulla malattia di Alzheimer e assiste i familiari per quanto attiene le cure da offrire all’ammalato. Inoltre attraverso il Gruppo di Auto-Aiuto, l’Aima permette ai familiari di uscire dall’isolamento attraverso lo scambio di esperienze vissute. I familiari dei malati di Alzheimer non devono sentirsi soli ma poter fare affidamento su quanti condividono la loro situazione: per questo condividiamo appieno il tema dell’incontro del 21 Settembre”.

Il messaggio che l’Aima vuole comunque inviare è che , non esistendo attualmente terapie in grado di “guarire” l’Alzhaimer , la famiglia riveste un ruolo fondamentale nella gestione del malato, ma deve essere assistita da una rete di servizi sempre più sensibili al problema: maggiore coordinamento tra il medico di base, le unità di valutazione Alzheimer, l’assistenza domiciliare integrata, i centri diurni, i nuclei Alzheimer, e le Rsa per il ricovero dei malati gravi più o meno autosufficienti. Le soluzioni si possono trovare attraverso un maggior coordinamento e se le iniziative sono accompagnate da tanta comprensione per il prossimo in difficoltà.