Milleproroghe sospende il bando periferie: “Scippo alla città, il Comune faccia sentire la sua voce”

“Milleproroghe, decisione gravissima” tuonano Susanna Cenni e Bruno Valentini

Siena perde dieci milioni di euro. E’ l’effetto dell’approvazione del decreto Milleproroghe che di fatto sopende il bando periferie. “La sospensione del Bando periferie voluta dal Governo Di Maio Salvini è una decisione preoccupante e gravissima, che danneggia non solo i Comuni, ma anche i cittadini e le imprese. In Toscana parliamo di un blocco di quasi 390 milioni di euro per 12 progetti con 207 interventi sui territori. Solo a Siena il colpo di mano di Lega e M5s che straccia l’impegno preso dai Governi Renzi e Gentiloni, porterà alla perdita di 10 milioni di euro. Un finanziamento che l’ex sindaco Bruno Valentini si era impegnato a destinare per interventi, già in fase di progettazione, in varie parti della città”. Così Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera, commenta il decreto Milleproroghe con cui Governo di Salvini e Di Maio ha bloccato il piano di interventi a favore della riqualificazione delle aree più difficili delle città. “A perderci – spiega ancora Cenni – sarà la di qualità della vita dei nostri cittadini. Nella nostra città, infatti, la convenzione sottoscritta da Bruno Valentini con il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni solo un anno fa, permetteva di contribuire a progetti che valgono complessivamente 16 milioni, con interventi finalizzati a migliorare il decoro urbano, incentivare la manutenzione e il riuso delle aree pubbliche e delle strutture edilizie nei quartieri di San Miniato, Taverne e Isola d’Arbia. “Il congelamento del bando –conclude Cenni – segna il ritorno dell’austerità, blocca gli investimenti e mette in pericolo i bilanci dei Comuni che hanno impegnato le risorse con un danno anche per le imprese che hanno iniziato gli interventi e che rischiano di perdere le opportunità lavorative che si erano aperte. Per quanto ci riguarda, come Pd, faremo di tutto per modificare un provvedimento sbagliato e daremo battaglia dura e convinta in Aula per restituire ai sindaci la possibilità di portare a termine i progetti già finanziati. Un impegno che ci auguriamo possa essere condiviso anche dal sindaco di Siena Luigi De Mossi. Visto che questa è una battaglia che chiama in causa tutti”.

Chiede un intervento del Comune di Siena l’ex sindaco Bruno Valentini: “ll Comune di Siena faccia sentire la sua voce! Per fare un esempio, c’è un investimento già in corso a Taverne d’Arbia sul nuovo impianto sportivo, coperto dall’impegno assunto dal Governo Gentiloni e formalizzato in una convenzione firmata da me a Roma, insieme a tanti altri sindaci. E ora, chi paga?”. “Il Senato – continua Valentini –  ha approvato un emendamento al Decreto Milleproroghe che sospende per due anni le convenzioni già sottoscritte dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione degli interventi del Bando Periferie, che riguardano quasi 100 Città Metropolitane e Comuni Capoluogo, fra cui Siena. Il valore dei progetti per Siena è di oltre 15 ml, di cui circa 10 di contributi statali. Fra i nuovi progetti, l’impianto sportivo di Taverne, la Casa delle associazioni sempre a Taverne, la messa in sicurezza definitiva dell’abitato dalle piene dell’Arbia, percorsi ciclopedonali e marciapiedi nella zona sud , la nuova Biblioteca ed aule didattiche per l’Università per Stranieri, completamento degli interventi a San Miniato ed Ruffolo. Se la Camera dei Deputati confermerà, per Siena potrebbe significare il blocco degli interventi, per i quali siamo in avanzata fase di progettazione. Non è ammissibile rimettere in discussione atti già sottoscritti dal Governo con le amministrazioni locali, che a loro volta hanno preso impegni formali con professionisti, aziende e, soprattutto, con i cittadini. Ne va di mezzo l’affidabilità del Paese e delle istituzioni.  Credo opportuno che ogni sindaco interessato, insieme all’Anci, protesti per bloccare questo “colpo di mano”, forse finalizzato a reperire risorse per finanziare il reddito di cittadinanza o la flat tax”.