La Regione vuole regolamentare AirBnb e simili

L’assessore al Turismo della Regione Toscana Stefano Ciouffo, rispondendo al sindaco Valentini, ha annunciato la volontà di regolamentare e fare emergere le attività di ospitalità diffusa, un fenomeno ormai dilagante grazie al web.

La Regione Toscana vuole regolamentare il fenomeno dell’ospitalità diffusa, quella proposta da portali come AirBnB. Lo ha annunciato stamani a Siena l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo, intervenuto a un incontro organizzato da Comune e Provincia per fare il punto sul riassetto normativo in materia. L’ospitalità diffusa, che spesso rientra nell’illegalità, altera anche i dati delle presenze registrate nei diversi territori, come è emerso il 22 aprile scorso in occasione dell’analisi dei flussi turistici nella sede della Provincia.

«Dall’inizio della legislatura – ha proseguito Ciuoffo – la Regione è impegnata in un processo di riforma del suo Codice del turismo. Quello attuale ha ormai 16 anni, ma nel frattempo il settore è cambiato, in particolare grazie alle nuove tecnologie che hanno portato allo sviluppo di una forma di ospitalità diffusa che sfugge alle normali regole che governano il mercato delle imprese che operano in questo settore. Con la nuova legge vogliamo regolamentare anche questo fenomeno e favorire l’emersione di presenze turistiche che possono mettere a disposizione dei territori risorse fondamentali sia per la valorizzazione turistica che per il mantenimento del nostro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico».

Ciuoffo, rispondendo alle preoccupazioni espresse dal sindaco di Siena Bruno Valentini, ha quindi spiegato che «il fenomeno dell’ospitalità diffusa è uno dei nodi fondamentali del nuovo testo, sul quale stiamo dialogando con anche con il Governo. L’altro elemento fondamentale sarà il ruolo degli enti locali per quanto riguarda lo sviluppo di prodotti turistici che tengano conto delle specificità territoriali, mantenendo la capacità di fare sistema. Non possiamo raccontare al mondo 280 storie diverse ma tener presenti anche delle contiguità che non è detto che corrispondano al confine provinciale. Come ad esempio avviene per il Chianti: pur essendo diviso tra due province, rappresenta un solo prodotto turistico».

Tema questo affrontato anche da Francesca Basanieri, responsabile turismo e marketing territoriale di Anci Toscana, oltre che sindaco di Cortona. «Oggi nel turismo – ha detto – non si ragiona più per grandi rotte turistiche, ma per prodotti turistici omogenei in cui anche i piccoli territori possono inserire le proprie specificità. E’ necessario che si ragioni in termini di offerta globale ma con una puntualità locale».

Case history toscano per eccellenza è la Via Francigena che, attraversando decine di comuni, ha portato turismo su un territorio molto più ampio di quello strettamente legato al suo tracciato.
Siena e la sua provincia hanno mostrato tutta la loro reattività nel voler cogliere le opportunità che il nuovo assetto istituzionale può rappresentare per i comuni toscani, senza perdere quanto fino ad oggi fatto con il brand Terre di Siena che, negli anni, ha portato tanto turismo e posti di lavoro.

In quest’ottica, Fabrizio Nepi, presidente della Provincia, ha annunciato «che entro il prossimo 30 giugno le Terre di Siena avranno un piano di marketing e di promozione turistica in grado di raccontare al mondo, in modo unitario, specificità ed eccellenze territoriali».

Nessuna fuga in avanti, però, rispetto alle aspettative di collaborazione attese dalla Regione, come è emerso in modo chiaro dalle parole del sindaco Valentini: «Questo piano servirà per presentare alla Regione e a Toscana Promozione Turistica progetti turistici integrati e qualitativamente eccellenti. La promozione turistica è tutta di competenza regionale ma non è pensabile che possa, da sola, coprire tutto il territorio. La Toscana si promuove tutta insieme, evidenziando poi singole specificità che vanno raccontate in modo corretto. E qui entrano in gioco i territori. L’obiettivo è portare sul territorio senese sempre più turisti internazionali perché il turismo è un elemento strategico della nostra industria e occupazione e, di conseguenza, della nostra ricchezza. Per questo dobbiamo essere in grado di fare una comunicazione efficace, puntando su qualità e professionalità, e su questo stiamo investendo energie importanti in programmazione ed eventi».