Futuro meno plumbeo per l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario

Bilancio consuntivo 2016 in utile per la DSU Toscana, in attesa dell’approvazione in Senato dell’esonero dal pagamento degli arretrati Iva

L’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario ha approvato il bilancio consuntivo 2016. Il bilancio è in utile nonostante l’accantonamento di quasi 7 milioni di euro, reso necessario da un recente contenzioso con l’Agenzia delle Entrate relativamente ai rimborsi IVA richiesti sui servizi mensa e alloggio per gli anni dal 2011 al 2014. Il contenzioso dovrebbe essere scongiurato dall’approvazione definitiva in Senato della cosiddetta ‘manovrina’, la quale, riconoscendo la complessità del tema, metterebbe la parola fine alle richieste dell’Agenzia delle Entrate.

Il DSU Toscana chiude il proprio bilancio di esercizio in positivo dimostrando una sana ed equilibrata gestione amministrativa che al netto del problema dell’Iva conferma lo stato di ottima salute dell’Azienda, che è punto di riferimento insostituibile per l’accesso agli studi universitari di tanti giovani in condizioni economiche non agevoli.

L’esercizio 2016 conferma questo ruolo in maniera inequivocabile. Con una spesa di circa 99 milioni di euro provenienti da finanziamenti statali, risorse regionali ed entrate proprie, il DSU ha erogato numerosissimi servizi. L’assegnazione della borsa di studio alla totalità degli aventi diritto con 12.638 benefici monetari versati agli iscritti delle università della Toscana (4509 a Firenze, 5203 a Pisa e 2926 a Siena) con un importo medio di € 1500 a borsa ed un’offerta in servizi (vitto e alloggio gratuito) pari ad ulteriori € 3700 a persona.

La conferma dei 4696 i posti letto complessivi nelle residenze del DSU presenti nelle città sedi di Atenei della Toscana messi a disposizione gratuitamente degli universitari fuori sede vincitori di borsa, con una previsione di ulteriore incremento a partire dall’imminente apertura dei 91 alloggi che compongono la nuova casa dello studente Val di Rose a Sesto Fiorentino.

I circa 4 milioni i pasti erogati l’anno scorso nelle mense del DSU a gestione diretta e indiretta che permettono a borsisti e non di mangiare gratuitamente o ad un prezzo ridottissimo una offerta alimentare ampia, variegata e controllata.

Numeri imponenti solo per le principali aree di intervento che denotano la quantità di attività svolte dal DSU senza il cui sostegno molti ragazzi non potrebbero permettersi di frequentare l’università.

Molto soddisfatto il presidente del DSU Marco Moretti per l’approvazione del bilancio e la soluzione della vicenda della riscossione dell’Iva in discussione in questi giorni nelle aule del Parlamento: «Era auspicabile che il Governo intervenisse sulla questione dell’Iva per i servizi erogati dal DSU con una norma che facesse chiarezza. Certo questo intervento va a sanare il pregresso ma impone il dover considerare per il futuro un nuovo regime fiscale prevedendo una spesa fino ad oggi non contemplata negli atti di programmazione economica dell’ente. A seguito della chiusura del bilancio 2016 saremo in grado di affrontare la gestione futura con maggiore serenità, potendo contare su una Azienda solida ed in salute in grado di proseguire la propria missione no profit a sostegno dello studio universitario con lo stesso livello di offerta di servizi».

Questo invece il commento dell’assessore regionale alla Cultura e all’università Monica Barni: «Siamo contenti che l’Azienda per il Diritto allo studio abbia chiuso in positivo questa delicata fase. Quella toscana è un’Azienda seria e solida. Con il bilancio approvato dimostra una sana ed equilibrata gestione amministrativa che, al netto del problema dell’Iva, conferma lo stato di ottima salute dell’Ente, punto di riferimento insostituibile per l’accesso agli studi universitari di tanti giovani in condizioni economiche non agevoli».

L’assessore si esprime anche sui passaggi parlamentari sui problemi del DSU: «Il voto espresso dalla Camera rappresenta un passo avanti per la soluzione della questione relativa all’applicazione dell’Iva sui servizi del Diritto allo studio universitario. Possiamo quindi accogliere questo passo con soddisfazione, non dimenticando però che l’applicazione della norma ridurrà di circa 2 milioni ogni anno i fondi a disposizione dell’Azienda regionale per il Diritto allo studio. Adesso attendiamo la conferma dal Senato. Quello che è certo è che la Regione Toscana continuerà la sua battaglia in favore della difesa del diritto allo studio garantito dalla Costituzione».