Camera con Vista – Cronache dal Parlamento: “La visita di Renzi”

La politica nazionale si è trasferita a Siena per questi ultimi giorni di campagna elettorale. Aveva iniziato Guglielmo Epifani, neo segretario nazionale del Pd, lunedì scorso. Poi, ieri, sia Matteo Renzi che Beppe Grillo hanno fatto tappa nella nostra città. Mi concentro ovviamente sulla visita del sindaco di Firenze a sostegno del candidato del Pd, perché questa ha un valore sostanziale per la campagna elettorale del Partito democratico, di Bruno Valentini e del cartello di forze che lo sostengono.
Matteo Renzi ha pronunciato frasi per niente scontate e tantomeno rituali nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri, stracolma all’inverosimile. A Siena sono stati commessi errori, li abbiamo ammessi e abbiamo avuto il coraggio di ripartire. Adesso possiamo decidere se continuare a voltarci indietro con il rimpianto per il passato, oppure rimetterci in marcia. Siena è una terra di bellezza che ha un futuro; un futuro che si costruisce a partire da regole chiare nei rapporti fra banche e politica. Oggi noi possiamo guardare negli occhi gli elettori perché abbiamo detto per tempo che la politica doveva stare fuori dalla Banca. E la città, le istituzioni, i cittadini hanno pagato per questo taglio netto con il passato. Il progetto di città che propone il Pd prevede il contributo di tutti, è un progetto condiviso che cammina sulla forza della novità e sulla competenze amministrative.

E comunque, anche nell’immobilismo e forse nei dubbi sul futuro che hanno preso molti cittadini c’è chi non ha mollato di un millimetro, nel sociale, nell’istruzione, nella cultura e nella sanità. Questa è la Siena profonda, a cui moltissimi contribuiscono ma che non fa notizia sui giornali. E’ la “città magica” come è stata dipinta, e non una città ridotta a cumulo di macerie come alcuni vogliono descriverla.

Nessuno può negare che questo partito, e le forze politiche che negli anni passati hanno contribuito a costruirlo, portino gravi responsabilità nella gestione della cosa pubblica, a Roma come a Siena. Eppure, anche in tempi estremamente difficili come quelli in cui stiamo vivendo, e nei quali certo i partiti non godono di particolare fiducia, la rappresentanza organizzata degli interessi e dei conflitti che attraversano la società rimane un’esigenza reale. Tuttavia, la rappresentanza definita dall’espressione del voto a ogni scadenza elettorale non è sufficiente da sola a garantire la mediazione indispensabile tra istituzioni e società. Per questo servono alcune regole chiare sulla democrazia interna dei partiti. Anche in tempi “de – ideologizzati” come questi, deve esistere un insieme di valori in cui riconoscersi come comunità, come partiti, con idee e proposte politiche pensate per provare a dare risposte ai bisogni reali delle persone. Questo deve essere il ruolo della politica, sia a livello di nazionale che locale. Inoltre sono fondamentali percorsi trasparenti e partecipati nella selezione della classe dirigente. Il Pd, negli ultimi sei mesi, ha scelto con le primarie aperte il leader della coalizione di centrosinistra, i candidati al Parlamento e il candidato a sindaco di Siena, quale forza politica può dire di aver fatto altrettanto?

Da Siena è partito anche un appello fondamentale per la vita democratica del Paese. Dobbiamo avere il coraggio di fare una legge elettorale seria, che superi il “Porcellum”. Una legge elettorale credibile, che ci permetta un minuto dopo le elezioni di individuare con certezza chi ha vinto e chi ha perso. La pagina più bella di Siena si deve ancora scrivere; sta a noi decidere quando iniziare a farlo. E’ una sfida che coinvolge tutto il centrosinistra e tutto il Partito democratico: per dirla con i bellissimi versi di De Gregori “La storia siamo noi, nessuno si senta offeso; siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo. La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso”.

Luigi Dallai, parlamentare del Pd alla Camera