Brindisi di saluto per 12 direttori di unità operativa che lasceranno Le Scotte dal 1 novembre

Brindisi di saluto per 12 direttori di unità operativa che lasceranno il policlinico Santa Maria alle Scotte dal 1° novembre, per raggiunti limiti di età. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese Valtere Giovannini, insieme al rettore Francesco Frati, al delegato del rettore Ranuccio Nuti, ai direttori dei dipartimenti universitari di area medica e i direttori di dipartimento ospedalieri, hanno ringraziato tutti i seguenti professionisti per aver contribuito a far crescere l’eccellenza dell’ospedale, condividendone importanti anni di storia e sviluppo: Carlo D’Aniello, direttore Chirurgia Plastica; Luigi Pirtoli, direttore Radioterapia; Antonio Federico, direttore Clinica Neurologica e malattie Neurometaboliche; Michele Fimiani, direttore Dermatologia; Mauro Galeazzi, direttore Reumatologia; Franco Laghi Pasini, direttore Medicina Interna 2; Roberta Bilenchi, responsabile Venerologia; Giuseppe Battista, direttore Medicina Preventiva e Sorveglianza; Paola Rottoli, direttore Malattie Respiratorie e Trapianto Polmonare; Fulvio Bruni, direttore Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso; Walter Livi, direttore Otorinolaringoiatria; Guido Sani, responsabile programma impianti sistemi meccanici e assistenza ventricolare del DAI Cardio- Toraco-Vascolare. «Ringrazio tutti i professionisti – ha detto Valtere Giovannini – per la loro grande dedizione e abnegazione all’ospedale e per aver fatto scuola, cosa che ci consente di avere oggi degli ottimi professionisti a cui affidare i reparti per portare avanti, con pari impegno e serenamente, il lavoro fatto sino ad ora». «È per me un grande piacere – ha detto il Rettore dell’Università di Siena Francesco Frati – essere qui oggi a salutare colleghi che hanno dato il loro contributo al prestigio di questa Azienda ospedaliera e della nostra Università, coniugando la qualità della ricerca con gli obblighi di formazione medica e medico-specialistica e con i doveri assistenziali nei confronti della nostra comunità».