Le curiosità di Natale: il vischio. Una pianta sempre più rara e protagonista di leggende

Il vischio è una pianta cespugliosa sempreverde, parassita di diversi alberi, quali ad esempio pioppi, querce, tigli, olmi, noci, meli e diverse conifere, come il pino silvestre e il pino montano. Si tratta di una pianta con foglie oblunghe e dure, sistemate a due a due lungo il ramo. Ha i fiori gialli e belle bacche tonde bianche , con un tipico interno gelatinoso e appiccicoso, tossiche per l’uomo, ma non per gli animali che, come gli uccelli insegnano, vengono da loro trasportate e disperse su altri alberi sui quali, dopo essersi insediati subdolamente, danno il via al loro sviluppo.
Da un piccolo punto di penetrazione inizia la formazione di un piccolo tronco e gradualmente si sviluppa tutta la pianta. Se però le bacche cadono per terra non germogliano e muoiono.
Nella nostra provincia si può trovare un po’ ovunque anche se negli ultimi anni purtroppo se ne vede sempre meno, le zone migliori per poterlo ammirare sono nel Chianti e nella Val di Merse.
In Boemia (regione storica d’Europa, che occupa la parte centrale e occidentale della Repubblica Ceca) un tempo, veniva chiamato “scopa del tuono”: infatti si credeva che il vischio potesse allontanare i fulmini e le persone del luogo ne mettevano qualche rametto alla finestra come protezione.
Una leggenda narra che: C’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L’uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva più nessun amico. 
Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno. 
Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce si levò:
– Fratello, – gli gridarono – non vieni? 
Fratello, a lui fratello? Lui non aveva fratelli. Era un mercante e per lui non c’erano che clienti: chi comprava e chi vendeva. Per tutta la vita era stato avido e avaro e non gli importava chi fossero i suoi clienti e che cosa facessero. 
Ma dove andavano? 
Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli! Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello. Quante volte li aveva ingannati? Piangeva miseria per vender più caro. E speculava sul bisogno dei poveri. E mai la sua mano si apriva per donare. No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme.
Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco. 
Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s’inginocchio insieme agli altri. – Signore, – esclamò – ho trattato male i miei fratelli. Perdonami. 
E cominciò a piangere. 
Appoggiato a un albero, davanti alla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce dell’alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.

E ancora, sapete che baciarsi sotto al vischio porta fortuna e un amore che durerà in eterno?
Va ricordato però che, essendo sempre più raro, è severamente vietato raccoglierlo. Si rischiano multe salate se si viene trovati in possesso di vischio raccolto nel bosco.

Gabriele Ruffoli