La gelida e nevosa prima settimana di dicembre a Siena. Nel 1548

Già la fine del mese di Novembre aveva assunto un carattere decisamente invernale, aria gelida, giornate molto fredde e ghiaccio al mattino ma con i primi giorni di dicembre Siena e la sua provincia sprofondarono in uno dei più cruenti inizi d’inverno vissuti dalla nostra città.
Il primo giorno del mese, il giorno di Sant’Ansano il clima rigido e le nuvole che coprivano il cielo, fecero presagire a tutti i senesi che la neve non era lontana e che non avrebbe tardato ad arrivare, infatti la stessa notte incominciò a nevicare, prima in modo leggero, poi sempre più forte.
Domenica 2 Dicembre la città fu investita da una fortissima tormenta di neve, accompagnata da violente raffiche di vento, quel giorno, nonostante fosse la prima domenica dell’Avvento ci fu una scarsissima partecipazione alla Messa domenicale, la gente stava “rintanata” nelle proprie case, vicina al fuoco per difendersi dal freddo intenso. Le cronache dell’ epoca parlano di una nevicata abbondante, che provocò forti disagi alla città. Caddero infatti oltre 40 centimetri di neve mentre nelle campagne e soprattutto nel nord della provincia al confine con Firenze si contarono ben 60 centimetri.
Un’attenuazione dei fenomeni nevosi fece sperare in un ristabilimento del tempo, ma così non fu, dopo un giorno di pausa la neve tornò a cadere sulla città, la precipitazione bianca continuò a intermittenza , e come ci racconta Fausto Pagnini oltre a lunedì 3 Dicembre anche nei giorni 4, 5 e 6 cadde la neve.


Solo venerdì 7 Dicembre non nevicò, ma la neve si era affezionata alla nostra città e sabato 8 una nuova intensa e abbondante nevicata cadde per quasi tutto il giorno.
Complessivamente nei primi 8 giorni di Dicembre nevicò 7 volte per un accumulo totale di circa un metro e venti centimetri.
La città era allo stremo, molte persone morirono per il gran freddo e molte altre cercarono di unire legna e viveri per sopravvivere. Le strade erano totalmente bloccate e nessuno si azzardava ad uscire. Solo un gruppo di persone si avventurò per le vie del centro fino ad arrivare al Duomo in cerca di una grazia della Beata Vergine Maria e così fu, dopo due giorni il tempo cambiò, si alzarono le temperature e cominciò a piovere, sciogliendo così tutta la neve ma creando purtroppo grossi danni nel contado circostante a causa delle forti alluvioni create dai fossi d’acqua che non riuscirono a contenere lo sciogliersi della neve e la pioggia che cadeva.

Nei pressi di via esterna Fontebranda e della colonna di San Marco si crearono grandi pozze di fango che bloccarono il passaggio dei contadini con i carri trainati da vacche e buoi. Fortunatamente tutto si ristabilì a ridosso dei giorni di Natale quando venti freddi e secchi asciugarono i terreni e permisero alla città di ritornare alla sua normalità. Purtroppo a causa del maltempo non fu permesso a Papa Paolo III (Alessandro Farnese) di venire in visita a Siena l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, avrebbe dovuto dire messa e alloggiare a Siena fino al giorno 10. I senesi si erano preparati con gran fermento per abbellire ed addobbare la città, avevano messo fiaccole e ghirlande ad ogni angolo e in ogni piazza ma tutto fu reso vano da quelle forti nevicate inaspettate che fecero addormentare Siena per oltre una settimana.

Gabriele Ruffoli