La melanconia di grandezza da superare insieme

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foto di Antonio Cinotti

Il più bravo ad intuirlo e a scriverlo, oltre cinquant’anni fa, fu Giorgio Bocca, per il quale i senesi (al pari di Gerusalemme) vivono in una specie di invincibile nostalgia per il passato: “A Siena non c’è il muro del pianto, ma si avverte la melanconia di una città che s’è lasciata alle spalle una grandezza irripetibile. Adagiata su tre colli è fermata nel tempo e nello spazio come sotto una campana di vetro. Abbiamo ragione noi, attivissimi beceri, o hanno ragione loro civilissimi indolenti? Ma forse porre la questione in termini di torto o ragione è sciocco. Sono nati in questa città e sanno viverci. Tutto ciò è bellissimo. Tutto ciò si paga. Non c’è altro da dire.”
Forse è la stessa melanconia di una grandezza irripetibile che ancora incanta coloro che vengono ad ammirare, sia pure per poche ore, questo “sogno gotico” che continua ad attraversare i secoli.

Le parole di Giorgio Bocca mi sono tornate alla mente durante Siena Siamo Noi, il percorso partecipativo promosso dall’Università di Siena (con apposito finanziamento della Regione Toscana) il 6 giugno scorso.
Ben organizzato, anche divertente nella formula, oltre cento persone presenti, gruppi di lavoro nati su temi proposti al momento dagli stessi partecipanti, interventi concreti ed interessanti che ho ascoltato volentieri, anche quando non ero d’accordo.
Ma sempre con questa sensazione – confermata anche dalla lettura della relazione finale di tutti i gruppi di lavoro – che la nostalgia e la melanconia di un passato irripetibile rendesse ognuno di noi più timido e titubante nel parlare e fare proposte su argomenti di vita quotidiana che ci appaiono troppo piccoli rispetto alla storia, al prestigio e forse anche alle ambizioni della città.
E come se troppo pesante ci apparisse lo sforzo per vincere e superare questi sentimenti, e riuscire invece a definire linee di sviluppo per gli anni a venire, che dovranno inevitabilmente essere lungimiranti ed impostate con logiche nuove e virtuose.

Perché poi l’essenza del percorso partecipativo dovrebbe essere proprio questo. Siena Siamo Noi se riusciremo ad elaborare e condividere – non solo chi ha responsabilità politiche e amministrative, ma l’intera comunità di chi vive, lavora e studia in questo territorio – una visione per modernizzare questa città e portarla finalmente nel XXI secolo, che (il tempo scorre veloce) è già cominciato da quindici anni.

Roberto Guiggiani