La gassa: Donald Trump, il joker

Il Joker, il simbolo e la fine degli USA: la lettura de La Gassa all’indomani delle elezioni che hanno sancito la vittoria di Trump quale 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America

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Donald Trump è il joker.
Non è bello, né tantomeno intelligente, ma è pieno di donne e maneggia milioni di dollari come fossero sacchetti di pop corn: non ha fatto nessuna azienda da zero (più che altro le ha ereditate) ma si dice che sia un grande imprenditore. E’ fallito minimo quattro volte ma dispensa lezioni di economia a destra e a sinistra.

Ha dei capelli bruttissimi ma a sentirlo parlare è il più grande parrucchiere della terra.
E’ il tycoon, l’uomo forte, l’anarchico, il “politically incorrect”, l’uomo delle feste sfrenate che la mattina dopo, per il pubblico pagante, torna serio…

Donald Trump identifica un ultimo imperatore , “la fine ciclica, il simbolo dell’esaurimento più che del cambiamento”: non è un nuovo in quanto tale ma un nuovo in quanto simbolo, perché a guardare bene, le sue idee sono quanto di più tradizionale, reazionario e legato al mondo liberal conservatore americano si possa trovare oggi in America. Sempre in evidenza, il neo presidente è l’incarnazione del milionario yankee (anche quello che noi abbiamo imparato a credere tramite i film americani) quello che rappresenta tutto l’edonismo, l’eccesso, il mito del self made man. E’ uno stereotipo vivente, un’icona buffa, un oggetto ormai in esaurimento sullo scaffale del mondo reale.
E’ Silvio Berlusconi, che è apparso poco prima di lui, ma che in definitiva, con i suoi metodi, i suoi scandali e la sua forte personalità ha sentenziato la fine della politica italiana.
Trump sembra un misto tra Berlusconi e Reagan. Ha il loro stesso carattere post-moderno, il loro carattere da operetta di Macario dove si balla, si scherza e si raccontano barzellette, magari strimpellando la chitarra e baciando bionde avvenenti con flute di champagne.
Ma è fuori tempo, inaffidabile e, per la sua natura, anche inconsistente.
Ecco perché Trump è un joker che farà comodo a molti insospettabili per indebolire gli Usa, spaccare il mondo e forse fondare un nuovo ordine mondiale senza una nazione guida. Lo sanno i Russi, lo sa l’Europa e lo sanno, soprattutto, gli Islamici che fonderanno (e lo vedrete) gran parte della loro guerra e delle loro battaglie “contro” un nemico chiaro, palese, individuato ed individuabile, quasi che l’elezione del tycoon fosse la migliore giustificazione per attentare, distruggere, manomettere…

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Non è credibile, il buon Donald, non lo è: perché un grande imprenditore non può fallire quattro volte, chi propugna inquadramento e rigore non può evadere le regole, chi rammenta i valori solidi della famiglia americana non può aver cambiato partner ogni settimana.
Ed è per questo che lo hanno fatto vincere: più è debole la testa più il corpo si può svincolare e far comandare, a turno, le braccia, la pancia, le gambe….
Su questo faranno leva i suoi detrattori (molti) e su questo si fonderà la nebulizzazione del potere americano a favore di Stati, forze e gruppi di potere che stanno già sovvertendo l’ordine con la loro inquietante e pressante presenza.
Si. E’ così: perché il joker è la carta più ambìta del mazzo, non avendo un’identità precisa. La metti dove vuoi.

Luigi Borri