Vita a Sei Zampe – Liti condominiali perchè il cane abbaia, fenomeno in crescita

C’è chi non sopporta di essere svegliato nel cuore della notte dall’ululato del cagnolino. E chi proprio non tollera il gatto del vicino che passeggia sul tetto. I motivi sono i più vari. Ma una cosa è certa: le liti condominiali sono sempre più spesso causate da incomprensioni legate alla presenza di animali domestici in casa.

In Italia ne scoppia una ogni dieci minuti, secondo la stima fatta dall’Aidaa, l’Associazione italiana difesa animali e ambiente. E non si tratta di semplici battibecchi, seppure molto animati. Ma di veri e propri contenziosi, che nella maggior parte dei casi finiscono in tribunale.

Gli animali che più spesso fanno discutere sono i cani: più di sei liti su dieci hanno come protagonista proprio l’amico a quattro zampe. Seguono gatti -(29 per cento dei casi), pappagalli e altri volatili (3 per cento), conigli (2 per cento), tartarughe e altre specie esotiche (1 per cento).

Tutta colpa della mancanza di regole certe, spiegano dall’Aidaa: “Non esistono ancora norme uniche valide su tutto il territorio nazionale: in ogni condominio, qualunque proprietario dell’immobile da cedere in affitto spesso si regola di sua iniziativa, sia in merito agli spazi destinati a cani e gatti, sia in merito alle condizioni che rendono possibile o meno la presenza degli animali domestici negli spazi comuni”.

 

Sono le regioni del Nord quelle dove si discute più animatamente: in testa la Lombardia. Seguono Piemonte, Sicilia, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. Fra le città, la palma della più litigiosa va a Milano, seguita da Bologna, Roma, Torino e Firenze.

Le parole d’ordine dovrebbero essere rispetto e tolleranza – proseguono dall’associazione -. E questo sia da parte del proprietario dell’animale, che deve educarlo a non infastidire i vicini, sia da parte dei condomini tutti, che non devono certo pretendere che il cane del vicino non abbai mai o che il gatto non miagoli. Quasi mai tuttavia tolleranza e rispetto hanno la meglio, visto che si finisce sempre più spesso per litigare animatamente o andare addirittura in tribunale”.

Il fenomeno è dunque allarmante perchè molto spesso gli animali al centro del contenzioso vengono allontanati. E qualche volta la lite termina con l’abbandono del cane o del gatto. Che però non hanno alcuna colpa, se non quella di provare ad esprimersi.