Piancastagnaio festeggia i 50 anni d’oro della pelletteria pianese

Cinquant’anni di storia per la pelletteria pianese, il settore produttivo principale del comune amiatino che oggi vanta oltre 800 dipendenti e investimenti diretti di grandi marchi in tutta l’Amiata.
E’ quanto sarà celebrato sabato 25 maggio, presso il Teatro Comunale di Piancastagnaio, durante un convegno con le istituzioni, le associazioni di categoria e i rappresentanti della pelletteria per un confronto sullo stato attuale e le prospettive future del comparto. In quella occasione sarà ricordata la storia della pelletteria, che cominciò nel 1962, anni duri per Piancastagnaio, quando l’economia, fondata sull’agricoltura e sul lavoro nelle miniere, era in regresso e quando, grazie all’impegno del parroco Don Zelio Vagaggini, venne organizzato dal Ministero del Lavoro un corso per giovani pellettieri. Fu proprio a seguito di questo corso, tenuto dal fiorentino Adone Arnetoli che, nei primi mesi del 1963, fu aperta la prima azienda di pelletteria.

 

“L’area dell’Amiata, e soprattutto di Piancastagnaio – commenta il sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli – ha rappresentato e rappresenta un bacino di notevole interesse per il mondo della pelletteria di alta moda, grazie all’ottimo standard qualitativo che la manodopera presente è in grado di garantire. Da tempo, infatti, sono molte le griffe che guardano con interesse a questo mercato del lavoro e che investono sia in risorse umane che in strutture. A Piancastagnaio possiamo vantare un’altissima specializzazione nel settore, riconosciuta anche a livello internazionale. Dopo fasi cicliche, possiamo dire che la pelletteria è ancora il principale settore produttivo del nostro comune, che vanta oltre 800 addetti impiegati. Un settore che registra una evoluzione positiva grazie anche a una nuova organizzazione del lavoro e al consolidamento della presenza delle grandi griffe”.

 

“Grazie alla predisposizione all’artigianato e alla grande disponibilità di forza lavoro – aggiunge l’assessore alla valorizzazione del patrimonio, Anna Sacchi, ripercorrendo la storia della pelletteria a Piancastagnaio – in pochi anni la prima azienda del 1963, si sviluppò notevolmente e nel ‘74 contava cinquanta dipendenti. Dopo la prima, nacquero altre tre aziende, fino a diventare dieci nel 1978 e 52 tra il 1985 e il 1988. In quegli anni le pelletterie pianesi si espansero verso i paesi limitrofi, il versante grossetano e il viterbese e nel 1997, una nota griffe di alta moda, cominciò a commissionare lavoro alle aziende locali, creando sul nostro territorio un suo polo diretto, anche con un investimento immobiliare. E’ il punto di svolta: dopo pochi anni un altro marchio aprì, con un altro notevole investimento, un polo a filiera completa e un altro ancora sta nascendo oggi”.

 

I 50 anni della pelletteria in Amiata vengono salutati anche dall’assessore alle attività produttive della Provincia di Siena, Tiziano Scarpelli. “Questo settore ha vissuto trasformazioni importanti nel corso degli anni e oggi guarda al futuro con fiducia. L’insediamento originario e tradizionale, rappresentato da piccole aziende artigiane che seguivano soltanto alcune fasi della lavorazione, ha sofferto la non possibilità di programmazione da parte delle aziende locali, troppo piccole e con un know-how parziale, e, soprattutto, la scarsa remunerazione dei contratti di sub fornitura. Negli ultimi anni, dopo un decennio di grande difficoltà, proprio la presenza di un ‘saper fare’ diffuso, sia tra i lavoratori che tra le imprese, ha permesso di attrarre a Piancastagnaio investimenti diretti da parte di grandi marchi. Questo sta aprendo una nuova stagione, che ancora deve consolidarsi, ma che, a mio avviso, rappresenta una straordinaria occasione anche per creare nuovi posti di lavoro. In questi anni – aggiunge Scarpelli – l’amministrazione provinciale ha supportato il settore, con attività di formazione, e ha seguito, insieme alla Regione, le vicende aziendali più complesse. Uno dei nostri obbiettivi era inserire la pelletteria amiatina nel distretto regionale della moda e questo oggi è una realtà, grazie al piano regionale di sviluppo, con buone prospettive di ulteriore crescita in termini di occupazione e di acquisizione di professionalità”.