Loggia della Mercanzia, restaurati gli affreschi del Cinquecento

Loggia della Mercanzia

Dopo due anni la Loggia della Mercanzia torna a risplendere e a mostrare i suoi colori sgargianti. I lavori non sono ancora terminati e nel cortile dello storico edificio senese sono posizionate strutture provvisorie, ma il più ormai è fatto. La parte esterna è stata oggetto di un restauro terminato nel luglio del 2010, da martedì è adesso possibile ammirare nuovamente anche i soffitti decorati (con affreschi cinquecenteschi) che si trovano all’ingresso del palazzo. La città si riappropria quindi di un luogo che possiamo definire molto importante, anche al di là della bellezza artistica, nella storia della città. L’intervento ha visto lavorare fianco a fianco l’antico Circolo degli Uniti, che è proprietario dell’immobile, la società strumentale del Ministero per i beni e le attività culturali Arcus Spa e la Fondazione Monte dei Paschi. Unite le forze è stato più semplice effettuare questa importante operazione. E, cosa strana a dirsi nel nostro Paese, sono stati addirittura rispettati i tempi. Il 18 giugno del 2010 il Corriere di Siena pubblicò un articolo a seguito di una conferenza stampa indetta appositamente su questo tema: in quella occasione fu indicata la data di gennaio 2012 come momento in cui la Loggia della Mercanzia sarebbe tornata a risplendere. E così in effetti è stato (otto giorni dopo non può definirsi un ritardo per una operazione simile). La sinergia ha funzionato.

L’accordo Quando fu apposta la firma era il 2008. Fu il primo accordo effettuato dal Mistero per i beni e le attività culturali con una Fondazione bancaria che aveva come scopo il recupero di un’opera architettonica. A conferma, ancora una volta, dell’attenzione delle istituzioni locali per il patrimonio artistico che Siena continua per fortuna a custodire e valorizzare. Nel 2010, quando fu effettuata la conferenza stampa di cui sopra, il provveditore del Circolo degli Uniti Gian Paolo Brini rilanciò l’idea di dar vita ad una scuola di restauro e conservazione dei più svariati manufatti in terra di Siena. Un’idea, questa, che sarebbe interessante sfruttare anche ai fini del sogno di divenire la capitale europea della cultura nel 2019. Dopo la pulitura ed il consolidamento delle superfici marmoree esterne della Loggia ecco quindi la messa a punto ed il restauro degli affreschi e della pavimentazione.

Un po’ di storia Abbiamo scritto che si tratta di un luogo importante per la città anche da un punto di vista storico. La Loggia fu pensata ed edificata nel Quattrocento e costruita in trentuno anni, dal 1417 al 1448. Il committente fu naturalmente il Comune di Siena, i cui amministratori dell’epoca intendevano realizzare “una Loggia maestosa dove i mercanti e gli altri rispettabili cittadini potessero radunarsi a trattare de loro negozi”. Nel corso degli anni vi hanno lavorato importanti artisti e maestri come Sano di Matteo, Pietro del Minella, Antonio Federighi e anche Jacopo della Quercia. L’occhio dell’osservatore anche non attento rimane sempre colpito dalle belle statue sopra posizionate: sono esse le raffigurazioni dei Santi Vittorio, Ansano e Savino, scolpite da Antonio Federighi, e dei Santi Pietro e Paolo, opera del Vecchietta. All’interno della Loggia sono poi posti due pancali in marmo eseguiti dal Federighi e da Urbano da Cortona, mentre le volte sono decorate da un elegante complesso di stucchi e di affreschi di età cinquecentesca (opera di Pastorino Pastorini e Lorenzo Rustici). Nel 1765, per volere granducale, la Loggia divenne pertinenza dei gentiluomini senesi della Società degli Uniti al Casino dei Nobili e il complesso fu innalzato di un piano.

Libertà e democrazia Ma essendo divenuta la sede dei nobili e dei gentiluomini senesi, essa fu presa “di mira” negli anni turbolenti e rivoluzionari della seconda metà del Settecento. Raccontano infatti le cronache che nel 1797 alcuni giovani senesi entrarono di forza al Casino dei Nobili per vedere il Palio dal balcone: “Noi lo facciamo in segno di democrazia”, dissero. Tutto questo avvenne quasi due anni prima dell’arrivo dei francesi a Siena e in Toscana.

Gennaro Groppa