L’assessore regionale Simoncini parla di salari, occupazione e pressione fiscale

Simoncini assessore Regione Toscana

Preoccupazione per l’ulteriore contrazione di fatturati e occupazione delle imprese artigiane, ma anche rafforzato impegno per invertire una tendenza che investe tutti i settori dell’economia toscana. E a fronte di una Regione che sta facendo a ancora di più farà nei prossimi mesi la sua parte, un appello pressante viene rivolto al governo che si invita a mettere in campo con urgenza strumenti per la crescita delle imprese.

 

E’ il senso dell’intervento dell’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione a commento dei dati del secondo semestre 2011 elaborati e presentati oggi dall’Osservatorio regionale dell’artigianato a Unioncamere. L’assessore ha anche preso parte, nella prima mattinata, ad un convegno sull’artigianato artistico organizzato nell’ambito della Mostra dell’artigianato alla Fortezza.

 

Le iniziative della Regione “Anche se il 2012 si preannuncia un anno tutto in salita – ha detto Simoncini – credo che si debba più che mai sottolineare quanto di concreto stiamo facendo per riuscire ad invertire la tendenza. In pochi mesi abbiamo messo in cantiere e reso operativi una serie di strumenti a favore del sistema produttivo nel suo complesso e delle piccole imprese in particolare. C’è un pacchetto di interventi per 125 milioni di euro già operativo e altri 400 milioni saranno destinati a questo nei prossimi mesi. Per l’artigianato è in funzione il fondo rotativo che, ad oggi, ha finanziato 223 imprese, per oltre 27 milioni di aiuti rimborsabili e oltre 47 milioni di investimenti, mentre altre 78 imprese sono prossime ad ottenere il finanziamento per complessivi 12 milioni. Abbiamo scelto di incoraggiare la propensione delle imprese ad investire in qualità e innovazione, finanziando la ricerca, i servizi qualificati, il trasferimento tecnologico e premiando le aziende che si mettono in rete per sopperire alle piccole dimensioni e reggere meglio nella competizione globale”.

 

Artigianato artistico La capacità di fare sistema e la propensione ad investire sulla qualità e l’innovazione sono sempre più importanti per mantenere alti i livelli del nostro artigianato artistico: Simoncini ne ha parlato oggiAggiungi un appuntamento per oggi alla Fortezza da Basso, ricordando, fra le altre cose, la Carta internazionale sottoscritta anche dalla Toscana con l’obiettivo di promuovere l’artigianato artistico e affermarlo come un settore produttivo ed economico con una specifica identità, per il quale la Regione lavora in stretta collaborazione con Cna, Confartigianato e con il supporto di Artex.

 

Ma i dati rilevati dall’Osservatorio per la seconda parte del 2011 sono stati anche lo spunto per rinnovare il forte richiamo al governo.

Appello al governo “Il governo nazionale, dopo le politiche di rigore deve mettere mano al più presto – ha avvertito l’assessore – a politiche per lo sviluppo, perchè altrimenti si rischia una caduta verticale di tutti gli indicatori economici, con pesanti ricadute sul piano sociale”. Tre, secondo Simoncini, i temi da affrontare con decisione. Il primo è la questione del patto di stabilità. “Non è possibile – ha affermato – che le imprese toscane abbiamo maturato 70 miliardi di crediti nei confronti della pubblica amministrazione e non possano riscuoterli, rischiando in alcuni casi di fallire. E’ una situazione intollerabile che deve essere sbloccata, perchè impedisce investimenti che sarebbero vitali per sostenere l’economia, soprattutto in settori gravemente colpiti come l’edilizia”.

In secondo luogo è necessario che il governo intervenga per ridurre la pressione fiscale. “Siamo al quinto posto fra i paesi Ocse per pressione fiscale e al ventitreesimo per livelli salariali: il differenziale fra questi due livelli va al fisco. Dei segnali in questa direzione devono esserci, magari utilizzando quanto recuperato dalla lotta all’evasione”. Terzo punto, il credito. “La Regione sta lavorando su questo, ma il problema deve essere affrontato dal governo che deve avviare un confronto nazionale con le banche e proporre l’utilizzo del Fondo di garanzia nazionale, lo sblocco delle risorse del fondo Fri della cassa depositi e prestiti per aiutare tante aziende che, pur avendo mercato, rischiano di saltare perchè non accedono ai finanziamenti delle banche”.