Il vaso Francois al centro dell’esposizione di Chiusi

Vaso François

Prosegue con successo presso il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi la mostra “Il Vaso François. Il Mito dipinto”. L’esposizione, che resterà aperta fino al 12 agosto, grazie ad una fedele proiezione in 3D, fa rivivere l’incanto del prezioso vaso, oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Firenze che torna così idealmente nel luogo del suo ritrovamento.

 

La mostra a cura di Giuseppina Carlotta Cianferoni, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, è frutto del progetto realizzato dalla Techvision Sistemi Multimediali che ha fornito i modelli 3D del Vaso François in collaborazione con la Fondazione Arte&CO. di Massimo Gallorini, ideatore del teatro olografico. La proiezione in 3D è infatti il risultato di un importante sforzo corale al quale hanno partecipato Filomena Moscato ed Elisabetta Setari per la documentazione scientifica e la redazione, Assia Petricelli per il soggetto e la sceneggiatura, Sergio Riccardi per storyboard character design e animazione 2d. Delle scenografie 3D, dell’animazione del compositing e premontaggio delle sequenze mitologiche si è occupato Diego Riccardi. La modellazione e animazione 3D della ricostruzione del vaso sulla base delle foto gentilmente fornite dall’Archivio Fotografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana sono a cura di Francesco Ugolini. Ha partecipato al progetto anche Agostino De Angelis voce dello speaker, mentre il doppiaggio è a cura di Realtime Studios di Roma. Michele Arena ha realizzato la colonna sonora originale e gli effetti sonori, Davide Ciccarello invece si è occupato di montaggio video e dvd authoring. La regia è di Franco Viviani.

 

L’enorme cratere attico a figure nere, firmato dal vasaio Ergotimos e dal pittore Kleitias, fu ritrovato dall’archeologo da cui prende il nome – Alessandro François – i scavi che interessarono il vaso, iniziati nell’ottobre 1844, in un’area posta nei pressi di due tumuli etruschi in rovina, a Fonte Rotella, circa tre Km a nord di Chiusi, e riporta una serie impressionante di racconti della mitologia greca. E’ un cratere, cioè un vaso aperto che veniva usato per vino, attinto con brocche e versato nelle kylikes. Uno straorinario ritrovamento che ha una forma particolare di cratere, denominata cratere a volute, così chiamato per la forma delle anse ed è il più antico cratere a volute attico pervenutoci (570-560 a.C.), particolarmente notevole per l’armonia delle proporzioni, la solidità della struttura e le enormi dimensioni 66, diametro cm 57).