Giovanni Lindo Ferretti saluta Sarteano

Ferretti_Rossi Ferretti_Sindaco Ferretti_sindaco_ferro di cavalloSi sono conclusi due giorni intenti e profondi a Sarteano. Intensi per il Comune e tutte le associazioni di volontariato e attività economiche coinvolte a livello organizzativo. Profondi per l’altissimo tenore culturale e artistico. La pietra miliare del punk italiano, Giovanni Lindo Ferretti, e la Corte Transumante di Nasseta, la sua compagnia di “uomini, cavalli e montagne” (come lui stesso la definisce) sono stati gli assoluti protagonisti di due meravigliose giornate, qualcosa di unico e irripetibile per il nostro paese, che credo non dimenticheremo tanto facilmente.

Venerdì è stata la volta del teatro: Partitura per voce, cavalli, incudine, con mantice e bordone. Un teatro tutto particolare, “barbarico e montano”, il primo teatro equestre di questo genere in Italia. Alle nove e quaranta cinque è uscito dal ponte levatoio del suggestivo castello di Sarteano Giovanni con un lungo mantello nero, per annunciare a tutti che quello a cui avrebbero assistito non era in realtà uno spettacolo, ma una “cerimonia”. Ha pertanto invitato il pubblico a non usare i flash delle macchine fotografiche, ma soprattutto a non applaudire tra un pezzo e l’altro, ma solo eventualmente alla fine. Il foltissimo pubblico ha seguito alla lettere l’invito: è rimasto in assoluto silenzio per tutta la pièce teatrale, incantato dal romantico tetto di stelle, stupefatto dalle parole e il canto  di Giovanni, ma in particolar modo catturato dai movimenti degli stupendi cavalli maremmani e dalle leggiadre gesta dei tre cavalieri, Cinzia Pellegri, Marcello Ugoletti e il giovanissimo Ignacio Maraver Morales, quest’ultimo proveniente dalla reale scuola spagnola. Straordinaria anche la musica medievale proveniente dalla ghironda e organetto di Paolo Simonazzi. Lo spettacolo era fatto anche di silenzi. Una forte suggestione era creata poi dal rumore prodotto dai campanelli messi al collo di un cavallo che ne decideva con i suoi soavi movimenti la sonorità, poi dalle briglie e i nitriti di questi stupefacenti animali. L’intento di Ferretti era di rievocare una tradizione illustre, umanistica, che si sta dissolvendo e i cavalli per loro sono il miglior modo per farlo, perché fanno elevare l’uomo, non solo fisicamente. Penso che ci sia perfettamente riuscito. Durante tutto lo spettacolo, Stefano Falaschi maniscalco e maestro del fuoco, ha forgiato, a volte con i suoi movimenti sostituendo la musica, un ferro di cavallo, che è stato donato al sindaco Francesco Landi e a tutta la comunità di Sarteano da sempre legata a doppia mandata alla figura del cavallo.

Il giorno prima si è svolto all’insegna della letteratura e della memorialistica. Ferretti è stato presentato alla cittadinanza da Michele Rossi, autore della prima biografia dell’artista (Quello che deve accadere, accade, Giunti, 2014). Originario di Chianciano e al seguito di Giovanni da tantissimi anni, nella bellissima cornice del Chiostro Cennini ha stimolato Ferretti a raccontare la sua vita, non solo artistica ma anche privata. Chi meglio di Rossi poteva farlo. È un amico di Giovanni, che a detta di lui, sa molte più cose della sua trentennale avventura artistica di quante ne sappia o comunque si ricordi lui stesso. Rossi aveva con sé una busta, di cui Giovanni ignorava il contenuto, da cui estraeva di volta in volta, come se fosse un cilindro, dei dischi e dei libri, che facevano a vote sorridere l’artista. Ha così mostrato a tutti Ortodossia il primo disco in vinile rosso pubblicato trent’anni fa da Ferretti con la band dissacrante e provocatoria CCCP Fedeli alla Linea, “l’ultima avanguardia italiana del Novecento” (ha spiegato lo scrittore). L’artista emiliano ha raccontato della Val d’Orcia che, con grande sorpresa da parte nostra, aveva ospitato lui e i componenti del gruppo musicale (i CSI) il secondo capitolo importante della sua vita artistica, durante le fasi compositive del disco Linea gotica. Interrogato da Rossi, Ferretti ha parlato del suo profondo sentimento religioso, del suo amore per i cavalli e l’Appennino tosco-emiliano dove è tornato a vivere a metà degli anni Ottanta.

Per gli appassionati di Ferretti e del teatro equestre, fino al 17 agosto sempre al Castello di Sarteano, sarà visibile la mostra fotografica Tracce Barbariche, curata da Michele Rossi assieme alla Corte Transumante di Nasseta. Tutte e info e le fotografie delle giornate su www.sarteanoliving.com.