Cgil: ‘Cento esuberi alla Rcr, cercheremo di salvare il salvabile’

 

Colle val d’Elsa

Numero tondo: 100. Tanti sono gli esuberi di personale dichiarati ufficialmente dalla RCR di Colle di Val d’Elsa.

“La dichiarazione dell’azienda – spiega la FILCTEM CGIL di Siena – non ha colto di sorpresa nessuno, e ciò vale sia per i dipendenti che per gli osservatori esterni che per diversi motivi seguono da tempo le sorti del noto opificio colligiano. Sì, perché dopo oltre quattro anni ininterrotti di cassa integrazione, varie riorganizzazione interne, una pesante situazione debitoria e un volume di affari che stenta a mantenersi su livelli di sicurezza, era solo questione di tempo, ma tutti erano (e sono) consapevoli che nell’azienda emblema della città del cristallo lo spettro dei licenziamenti si sarebbe potuto materializzare ancora”.

“Lavoratori e Sindacato – continua la FILCTEM – hanno fatto il possibile in questi ultimi anni per allontanare il rischio di ulteriori tagli occupazionali ma, fatta salva l’indiscussa qualità del prodotto, pur sempre di bicchieri si parla, e la crisi globale che non accenna a mollare la presa in primo luogo, si sa, penalizza il superfluo, ciò di cui si può fare a meno senza stravolgere più di tanto la propria vita”.

“Nei prossimi giorni – aggiunge l’organizzazione sindacale – le trattative con il management aziendale entreranno nel vivo per scandagliare tutte le possibili soluzioni tramite le quali ridurre le eccedenze, ma visto il limitato numero di persone che potranno accedere alla pensione nell’arco del triennio e l’esaurirsi prossimamente degli ammortizzatori sociali a disposizione, ciò che potrà essere fatto nel tentativo di salvare il salvabile sarà individuare percorsi di fuoriuscite volontarie ed incentivate così da evitare che l’azienda proceda per altre strade”.

Le assemblee dei lavoratori che si sono svolte la scorsa settimana hanno consegnato alla delegazione sindacale il mandato a trattare i vari capitoli in discussione: dai preannunciati licenziamenti alla cassa integrazione, che nella seconda metà dell’anno interesserà un numero crescente di persone (sia operai che impiegati), e come limitare le inevitabili ripercussioni di carattere salariale. Una trattativa sul cui esito, ad oggi, non è possibile fare alcun pronostico.