Dieci anni di Becarelli

10 anni becarelli

Dieci anni di attività sono tanti, specie se in questi dieci anni sono incluse anche le domeniche. Dieci anni sono tanti, li metti uno dietro all’altro, uno accanto all’altro, e il risultato che ottieni è di non molto inferiore a 3700 giorni.

Dieci anni sono tanti, e lo capisci se riesci, almeno per un attimo, a pensare che dietro a chi ti consiglia un acquisto, a chi ti propone il romanzo dell’ultimo premio Nobel, a chi organizza e guida il gruppo di lettura, a chi con scrupolo scorre la lista dei testi scolastici per i tuoi figli, ci sono uomini, ci sono donne, la cui esistenza è spesso accompagnata non solo dalla gioia, ma anche dai fallimenti, dagli strappi, dalle delusioni, che segnano, che cambiano, che dilatano il tempo.

Dieci anni sono tanti davvero. Ecco perché i quattro giorni di festeggiamenti, dal 24 al 27 febbraio, che si vivranno presso la libreria Becarelli di via Mameli, costituiscono per tutta la cittadinanza senese un’occasione, mi auguro la più condivisa possibile, per ritrovarsi insieme, riconoscenti, intorno alla presentazione di una nuova pubblicazione o al colloquio con un autore o all’ascolto di canti che parlano di pace, di libertà, di democrazia.

Perché la libreria Becarelli è questo, lo è sempre stata e ora, se possibile, lo è ancora di più, ora che è divenuta anche casa editrice, attenta, in particolare, alle esigenze degli studenti che frequentano l’Università per Stranieri di Piazzale Rosselli e alla saggistica letteraria (da pochissimi giorni è uscito il terzo volume della fortunata collana “I Quaderni dello Spinone”, dedicato al Postmoderno): un luogo di cultura, non uno smercio di materiale cartaceo che ingombra gli scaffali. E allora che questi quattro giorni possano essere vissuti, da un lato, con la spensieratezza e l’orgoglio di chi ha appreso che niente più dei libri ci aiuta a vivere o, almeno, ci aiuta a provare a vivere in maniera meno superficiale ed eterodiretta; dall’altra, con il rammarico, che deve tradursi in lotta, che deve farsi resistenza, di chi, come noi che viviamo a Siena – che viviamo Siena con amore sconfinato – ha già visto troppe librerie chiudere, anche nel centro cittadino.

Francesco Ricci