Alessandra Chiavegatti presenta “Dietro agli occhi in fondo all’anima”

Alessandra Chiavegatti, Dietro agli occhi in fondo all'anima, Mantova, Gilgamesh Edizioni, 2016

L’impiego delle figure retoriche in poesia può essere rivelatore non soltanto di una scelta di poetica, ma anche di una concezione dell’uomo, del mondo, del rapporto che l’uomo intrattiene col mondo. E’ quanto avviene, ad esempio, in Petrarca con l’antitesi, in Tasso col chiasmo, in Gongora con la metafora, in Baudelaire con la sinestesia. Ecco, allora, che anche il frequente ricorrere dell’anafora nelle liriche di Alessandra Chiavegatti, ora riunite sotto il titolo complessivo di “Dietro agli occhi in fondo all’anima”, a me sembra in grado, da solo, di fornire due informazioni importanti al lettore.

La prima, relativa allo stile, suggerisce l’idea di una poesia dominata dalla costante ricerca della simmetria e della chiarezza espressiva, complice l’impiego di un linguaggio eminentemente denotativo, che quasi pare bandire termini marcatamente letterari o semanticamente ambigui, e nel quale l’innalzamento stilistico è raggiunto proprio attraverso l’uso di figure di sintassi come l’anafora.

“Regalatemi più tempo … Regalatemi più tempo”, “A te, a voi … A te, a voi”, “Uno alla volta … Uno alla volta”, “Lasciatemi dormire … Lasciatemi dormire”

La seconda informazione, invece, concerne la percezione che l’io lirico ha e mostra di sĂ© e, in aggiunta, di quella che è, se non la ragione, di certo una delle ragioni dello scrivere da parte di Alessandra Chiavegatti. Cos’altro tradisce, infatti, la ripetizione di una o piĂą parole a inizio di verso e di strofa – questa è l’anafora – se non non il desiderio di convincere se stessa della necessitĂ , dell’irrevocabilitĂ , dell’irrimediabilitĂ  di quanto è accaduto?

E, considerata “a parte lectoris”, cos’altro vuole comunicare se non la veritĂ , veritĂ  tutta moderna e quindi mai posseduta pienamente, che il significato della nostra presenza nel mondo trascende il piano di un semplice rapporto di coppia e coinvolge il resto dell’umanitĂ  intera, di chi è radicalmente altro-da-noi (penso, in particolare, alle liriche ospitate nella sezione intitolata “Il viaggio”)?

La poesia che segue, “Orme sulla spiaggia”, c’introduce in uno dei temi centrali del libro, quello dell’amore, cantato come assenza, come lontananza, come fuoco che brucia e che, bruciando, si consuma e ci consuma.

Alessandra Chiavegatti presenterĂ  “Dietro agli occhi in fondo all’anima” domani, giovedì 16 giugno, a partire dalle ore 18, presso l’Enoteca Italiana (Fortezza Medicea, Piazza della LibertĂ , 1).

Sfrontata e sicura

mi vedevi tra la folla

danzare libera

e ridere nel vento.

Imperturbabile

mi muovevo

tra le onde instabili

senza perdermi

nell’abisso dei tuoi silenzi.

Quando però sparivi per giorni

senza lasciare tracce

o te ne andavi prima del tramonto

ripercorrendo i lidi da cui eri venuto

io restavo immobile

a fissare le tue orme sulla sabbia

avvolta nel pallore diafano

di un’infinita tristezza.

Alessandra Chiavegatti, Dietro agli occhi in fondo all'anima, Mantova, Gilgamesh Edizioni, 2016

Alessandra Chiavegatti, Dietro agli occhi in fondo all’anima, Mantova, Gilgamesh Edizioni, 2016

 

 

a cura di Francesco Ricci