La chimica dell’amore: dramma o commedia?

La chimica dell’amore: dramma o commedia?

Premessa: chiunque voglia imparare l’amore, resta sempre uno scolaro. Detto questo, in molti mi chiedono che cosa accade nel nostro cervello, da un punto di vista chimico, quando ci innamoriamo, proviamo il così detto amore, quando siamo in una relazione di coppia, progettiamo la vita con l’altro o quando un legame finisce.

Queste fasi potrebbero ben adattarsi al copione di un’opera teatrale. Chimicamente parlando, la serotonina e la dopamina sarebbero gli attori principali. Il primo atto ha un impatto inebriante. L’area cerebrale deputata al controllo dei riflessi visivi e uditivi, cioè il così detto mesencefalo, rilascia la dopamina, neurotrasmettitore legato alle sensazioni di piacere e euforia. Tutto il nostro corpo risponde: il cuore batte più forte, le pupille i dilatano, il viso si arrossa e la pelle è coperta da una leggera sudorazione che la fa apparire più luminosa. Stiamo parlando dell’innamoramento, un vero elisir di bellezza! Anche il secondo atto non è niente male. All’aumentare degli incontri con l’altro, aumentano i livelli di dopamina e conseguentemente il desiderio. Fanno la loro entrata in scena altri due neutrosmettitori dopaminici: la noradrenalina e la feniletilamina.

Lo stato di eccitazione prodotto da questo cocktail è delizioso. In questa fase si possono sperimentare vertigini, ossessioni e temporanei stati deliranti. Entrando in gioco le stesse sostanze, anche il fare sesso fine a se stesso, specialmente per le donne, non è esente da rischi. Al consolidamento del rapporto è dedicato invece l’intero terzo atto. Durante questa scena, l’ipotalamo stimola la produzione di ossitocina che a sua volta induce sentimenti di tenerezza. Al contempo un altro ormone, la vasopressina, rafforza le tracce mnestiche create finora, rafforzando la relazione stessa. Se le fasi descritte fino ad ora sono, grosso modo, cadenzate nelle stesso modo in quasi tutte le coppie, stesso discorso non potrà valere per il quarto atto. Nella maggior parte dei casi, dopo circa due anni dall’inizio della relazione, il cervello sarà assuefatto da tutte queste sostanze così eccitanti e semplicemente, smetterà di reagire come prima.

In mancanza di volontà, fiducia e progettazione, i tre arcangeli protettori dei rapporti duraturi, i partner inizieranno liti furibonde, non si comprenderanno e inizieranno a tradirsi. Lo scenario che si aprirà è ben immaginabile: entro breve la coppia scoppierà ed entrambi andranno alla ricerca di un nuovo partner che faccia rivivere i primi tre atti. Non per tutti è così. Se all’inevitabile calo di desiderio e eccitazione si sostituisce volontà, fiducia e progettazione, verrà stimolata la produzione di endorfina, sostanza simile agli oppiacei volta ad indurre calma e tranquillità. Intendiamoci, gli effetti dell’endorfina non hanno nulla a che vedere con lo stato di eccitazione prodotto dalla feniletilamina ma, ironia della sorte, creano molta più dipendenza. Questo è il motivo per il quale molti e molte hanno un amante ma non lasciano la moglie o il marito. Ovviamente, per complicare un po’ più le cose, bene precisare che all’interno di una coppia, non è detto che entrambi i partner stiano mettendo in scena lo stesso atto.

Pertanto, un partner potrà essere assuefatto e l’altro no. Capite bene, ogni rapporto può essere una commedia o un dramma. In ogni caso, non drammatizziamo, il miglior antidepressivo dopo una storia d’amore è una nuova storia d’amore! La colpa, o il merito, di tutto questo? Non solo i fattori biochimici descritti finora ma anche l’anatomia stessa del nostro cervello. La sua parte più antica è il cervello rettiliano, sede dell’ipotalamo e responsabile dell’innamoramento. A questo, nel corso dell’evoluzione si è aggiunto il sistema limbico che presiede le emozioni, quindi responsabile dell’amore. Infine, caratteristica propriamente umana, la neocorteccia, sede della ragione e, pertanto, della progettualità. Insomma, non è colpa nostra se siamo programmati per gestire separatamente istinto, emozione e ragione!

Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo e Dottore di Ricerca in Psicologia Psicoterapeuta Ufficiale del Centro di Terapia Strategica