Web: la trappola del porno

Da metà anni Novanta, cioè da quando i nostri costumi e i nostri modi di comunicare sono cambiati grazie
(…o per colpa?) dell’utilizzo di internet, anche la pornografia e le modalità per eccitarsi e godere del proprio
corpo in solitudine sono cambiate. Uno degli aspetti più interessanti che abbiamo potuto osservare a seguito
della circolazione del sesso online è che questa, nel corso degli anni, ha preso due vie molto diverse. Una
permette di fare più facilmente, come una sorta di fast-food, quello che prima si faceva con libri, riviste e
videocassette. L’altra, chiamata dagli anglosassoni cyber sex, cioè sesso virtuale, attinge proprio dalle nuove
tecnologie, delle quali ne è un derivato, per ridefinire il modo attraverso il quale si può godere.

cybersex

La prima strada fa riferimento al sesso non interattivo, cioè al piacere fine a sé stesso, senza il
coinvolgimento di altre persone, di vedere foto, filmati, ricercare informazioni (spesso ahimè non corrette) o
acquistare i famosi sex toys. Esistono milioni di siti porno per tutti i gusti sui quali è possibile trovare
fotografie di ogni genere, filmati hot e racconti erotici. Esistono pornoshop online che permettono di
acquistare vibratori e oggetti vari, senza dover superare l’imbarazzo di trovarsi di fronte un commesso o una
commessa che te li vende. In molti inoltre non considerano che esiste tutta una branca della pornografia
dedicata a utenti donne, differente rispetto alla pornografia per uomini. Se quest’ultima è caratterizzata da
primi piani genitali, da una scarsa attenzione alla narrazione e da scene che tipicamente eccitano gli uomini,
la pornografia per donne è più raffinata nell’argomentazione delle storie, ha più immagini d’insieme e
rappresenta situazioni più intriganti. Un recente studio condotto presso l’Università di Padova e pubblicato
sulla rivista americana International Journal of Adolescent Medicin Health, ha rilevato che il 78% dei
giovani tra i 18 e i 20 anni è un fruitore abituale di siti pornografici anche se l’abitudine al collegamento varia
da qualche volta al mese (29%) a più volte a settimana (63%), ogni giorno o più volte al giorno (8%), con
una permanenza nei siti in media di 20-30 minuti. Seppur internet, da vari punti di vista, abbia portato
evidenti vantaggi di accessibilità a ciò che ci piace, c’è da fare alcune considerazioni. L’intervento di internet
ha cambiato profondamente il significato della pornografia, nata ai suoi albori come veicolo di rivolta e di
liberazione sessuale. La linea assunta dalla pornografia via internet tende ad abolire la mediazione culturale
su cui si fonda l’esperienza erotica. Mentre nel passato i confini tra la pornografia e l’erotismo erano incerti e
fluidi, ora essi risaltano con molta maggiore evidenza. Il business pornografico via internet tende a rompere i
rapporti tra il desiderio e la totalità dell’esperienza e quindi impedisce che esso transiti verso altre forme di
sentire. La pornografia via internet è perciò funzionale rispetto alla generale tendenza verso l’immediatezza e
la cultura del fast-food (in questo caso fast-sex) che caratterizza la società attuale, a discapito talvolta della
qualità percettiva. Inoltre non possiamo non considerare e non condannare che, talvolta, dietro le quinte del
mondo del porto si cela una realtà fatta di abusi. Da non dimenticare infine le parole di Nietzsche: “Tutto ciò
che è assoluto, diventa patologia”. Quando la sessualità vissuta in online diventa ripetitiva e compulsiva, è
possibile che un qualcosa di sano diventi patologico: a partire da queste premesse si possono sviluppare veri
e propri disturbi compulsivi di dipendenza da sesso virtuale. Tutto questo dovrebbe far riflettere.

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La seconda via è rappresentata dal sesso virtuale: persone diverse che utilizzano internet per godere assieme, in tempo reale. Si può fare sia chattando che video-chattando. Se si paragona al sesso reale, di primo acchito, emerge l’assoluta assenza di incombenze: non c’è bisogno di pettinarsi, lavarsi, scegliere l’abito sexy,spostarsi da casa, non ci sono malattie trasmissibili, non c’è bisogno di costruire alcuna relazione e se qualcosa va storto basta un click. Sembra tutto perfetto, fin quando immaginate che la mano che vi sta masturbando non sia la vostra ma quella dell’altra persona connessa con voi. Ovviamente facendo sesso virtuale si viene a perdere tutto ciò che generalmente caratterizza il sesso: odori, tatto, calore, intimità… in altre parole, tutto ciò che è reale e bello nel sesso. A leggere le autopresentazioni degli utenti iscritti a siti specializzati nel settore virtual sex, sembrerebbe che chi usa internet siano solo bellissime donne, giovani, simpatiche e con un corpo da favola e uomini brillanti, affermati, superdotati e grandi amatori di lunga esperienza. Nel cybersesso contano dunque solo aspetti estetici tendenti alla perfezione, che a loro volta però possono generare nella realtà frustrazione e scarsa autostima.

Altro rischio da non sottovalutare riguarda la privacy. In internet pensiamo di poter essere anonimi. In realtà, tutto ciò che avviene nel web è pubblico.
Diffidate di filtri, blocchi e restrizioni: tutto ciò che fate e immettete nella rete è reso pubblico. Dobbiamo stare molto attenti a non cadere nei tranelli della rete, dove niente è privato. Nel rispetto di noi stessi e degli altri, suggerisco di evitare di esporsi a situazioni di cui in futuro ci potremo pentire. Particolare attenzione dovrebbe inoltre essere adottata dai minorenni: ricordatevi che non vi è mai la sicurezza di chi c’è realmente dall’altra parte. Aprire un dialogo con i genitori è fondamentale in questi casi. Considerando il massiccio uso, molte sono le domande che possono sorgere e che spesso mi vengono fatte riguardo al sesso virtuale.
Una delle più frequenti, fa riferimento al dubbio amletico se il sesso virtuale possa o meno essere considerato
un tradimento. Se si è soliti ritenere che sia tradimento anche quello effettuato con il pensiero allora il sesso
virtuale dovrebbe essere considerato tale. Alcuni studi sull’argomento riferiscono che il 57% delle persone intervistate considera le pratiche di sesso virtuale una forma di tradimento, mentre 30% sostiene che il
coinvolgimento del partner nelle proprie perversioni in rete migliori l’intesa di coppia. Sono più gli uomini o
le donne a fare cyber sex? Se consideriamo la pornografia su internet, in percentuale vincono gli uomini (sebbene gli utenti rosa aumentino sempre di più). Se invece parliamo di sesso virtuale, uomini e donne sono quasi alla pari. Possiamo dunque affermare che molte persone sono spinte a ricercare eccitazione sessuale in internet per passatempo, come una sorta di gioco erotico, talvolta appagante, talvolta fine a se stesso. Per altri invece è un rifugio dalla vita sessuale reale poco gratificante. In quest’ultimo caso, il rischio maggiore potrebbe essere l’alienazione sociale. In questi casi, un contatto con uno psicologo esperto in sessuologia potrebbe essere utile. In tutti gli altri casi, sempre nel rispetto della legge, di noi stessi e degli altri, buon divertimento a tutti!

Jacopo Grisolaghi
Psicologo e Sessuologo – Dottore di Ricerca in Psicologia