VisMederi cresce, ma con giudizio

Simone Paletti, head corporate finance di VisMederi, parla delle prospettive economiche future dell’azienda senese che si occupa di scienze della vita

Crescere, ma un passo alla volta. Sembra essere questa la filosofia alla base dello sviluppo di VisMederi, la società senese attiva nel campo delle scienze della vita e della salute pubblica. Simone Paletti, head corporate finance dell’azienda, è convinto che l’immobilismo sicuramente sarebbe più pericoloso di una crescita con qualche incognita e molte possibilità.

Qual è la situazione finanziaria di VisMederi?
«L’azienda è assolutamente solida, perché negli ultimi tre anni ha generato cassa e liquidità alla fine degli esercizi. VisMederi non ricorre all’affidamento bancario e non ha finanziamenti di nessun tipo. Ha un ottimo grado di capitalizzazione, visto che reinveste sempre gli utili. La posizione finanziaria netta dell’azienda è costantemente positiva. Riusciamo, allo stesso tempo, a far fronte a progetti di ricerca e sviluppo che hanno ritorni economici lontani nel tempo.

Come vengono gestite, a livello economico, le differenti fasi delle commesse?
«Generalmente, il sostenimento dei costi  associati a una commessa è fortemente anticipato rispetto al ricavo.  Il cliente si aspetta di avere risultati, prima di impegnarsi negli esborsi finanziari. Possiamo sostenere questo programmando. Calendarizzare gli acquisti è assolutamente essenziale, perché il flusso di cassa dell’azienda presenta picchi e periodi in cui entrano molte risorse e altri in cui è necessario usare il cuscino di liquidità».

Quant’è importante per VisMederi poter ottenere finanziamenti europei o regionali?
«Molto, per due motivi. Il primo è che questi finanziamenti favoriscono la logica distrettuale, cercando di far integrare le aziende con le università  e i poli di ricerca privati. Questo genera trasferimento tecnologico a cascata e la possibilità di collaborare al di fuori del progetto di ricerca stesso. In secondo luogo, è importante far parte delle realtà che ricevono finanziamenti di questo tipo, perché è l’unico modo per un’azienda come la nostra di portare avanti certe ricerche più lontane dalle logiche di mercato».

Quali sono i vostri punti di forza per competere a livello internazionale?
«Abbiamo sviluppato una tecnologia che ci consente di portare avanti saggi di valutazione su particelle pseudo-virali, che hanno certe caratteristiche dei virus ma non ne hanno l’infettività. Tutto questo ci permette di effettuare analisi a un più basso livello di biosicurezza e di biocontenimento, fattori che comportano minori costi, più competitività e più velocità nella risposta al cliente».

Quali saranno le prospettive finanziarie di VisMederi?
«La risposta è banale: se rimanesse così sarebbe il massimo. Invece, ci aspettiamo che l’azienda vada incontro a una crescita dimensionale e a questo, inevitabilmente, si assocerà una struttura di costo maggiormente elevata. Probabilmente, vedremo ridursi il grado di produttività di risorse liquide. Questa per noi è una sfida».

Emilio Mariotti