Una moneta virtuale (e una fake) al giorno, toglie il medico di torno

Una moneta virtuale ma anche una fake al giorno tolgono il medico di torno: una tendenza invece molto pericolosa da seguire.

La tendenza, cioè, a ricercare i soldi senza fatica, in maniera facile.

Se da un lato con l’avvento dei computer e della rete era pronosticabile che la realtà virtuale prendesse piano piano il posto di quella effettiva dall’altro era necessario porre un limite all’ingerenza della virtualità in alcuni campi, primo fra tutti quello economico.

Adesso la cosa si fa preoccupante e sarebbe necessario che i governi ( e le entità sovranazionali, prima fra tutte la UE) normassero, invece che sulla lunghezza delle acciughe o sulla percentuale di farina da utilizzare nella pizza, sui metodi e sistemi con i quali molte strutture ( e persone) fanno soldi e su come molte persone si pongono nel mondo del lavoro con metodi e sistemi molto discutibili.

Questo perché, siccome l’economia non è un corpo auto liquidante dove esiste un rapporto di gain-gain, occorre puntualizzare il principio che quando qualcuno guadagna qualcun altro perde. E se ciò è del tutto normale se vengono utilizzati metodi ortodossi questo non può essere tollerato se il metodo diventa discutibile, se non truffaldino, a scapito molto spesso delle classi più deboli e meno pronte.

Basta navigare in internet o aprire, al mattino, la posta elettronica che veniamo colpiti ed inondati da offerte irripetibili, cripto valute, finanziamenti a tassi improbabili e miraggi di guadagni stratosferici.

A questo si aggiunga la tendenza, sempre più spinta, a banalizzare il lavoro con mestieri del tutto creativi ma a volte inconsistenti per di più velati dietro nomi altisonanti (rigorosamente in inglese perché siano più fighi).

Occorre, in tal senso, maggiore moralità e severità.

Impedendo, in caso, ogni pratica perché non è possibile dare le chiavi del nostro futuro a questa massa di mentecatti, in barba a chi, effettivamente, lavora per salvare e fortificare la nostra nazione.

E magari un sistema sanzionatorio che preveda, invece del carcere o delle multe la possibilità di mandare tutti questi “creativi” a zappare la terra.

Come i nostri nonni

Viva l’Italia.
Luigi Borri