Siena, la neve, il terremoto e l’arrivo della peste

Sono passati esattamente 669 anni. A Siena la neve, il terremoto e l’arrivo della peste non dettero tregua, nel 1348

Era il dì 22 gennaio dell’anno 1348, a Siena il grande freddo e la tanta neve di quei giorni non davano tregua alla povera gente, le fonti, i pozzi e gli abbeveratoi erano tutti totalmente gelati, per le strade si camminava a malapena, il manto di neve misurava come “mezzomo” ovvero 2 piedi e mezzo romani che equivaleva a circa 72 cm e oltre a questo la città doveva fare i conti anche con gli inizi della terribile peste nera (che nessuno ancora conosceva bene). In quei tempi quando non si riusciva a dare delle spiegazioni agli eventi, si dava colpa a cose che oggi avrebbero dell’incredibile… infatti si credeva che in occasione di terremoti o di eventi meteorologici estremi si liberasse dal ventre della terra o dal cielo aria “pestilenziale” che poteva creare malattie al popolo. Sfortunatamente accadde che in concomitanza con il freddo e la neve ci fosse un evento il 25 gennaio, in Friuli ci fu infatti un terribile terremoto, le cui scosse furono avvertite e causarono distruzione addirittura fino in Germania e in Italia centrale. Siena avvertì bene la scossa e tale sisma fece impaurire tutta la povera gente che si riversò in strada e nei luoghi aperti. Adulti, vecchi e bambini impauriti pregavano la Madonna ma sembrava non servisse, la sera/notte dello stesso giorno “dalla ora dodicesima alla ora terza” (ovvero dalle 18 alle 24) cadde a terra un altro piede di neve (29 cm) che aggiunto al gelo e al terremoto volevano dire che la terra e il cielo erano in collera con la popolazione. Molti cronisti videro in questo terremoto e nell’ondata di freddo e neve dirette connessioni con l’arrivo della peste che alcuni mesi più tardi investì in pieno la città provocando migliaia di morti. (Ovviamente oggi sappiamo che le cause della peste furono ben altre).


La neve si sciolse definitivamente a metà del mese di febbraio, quando arrivarono giornate piovose e con temperature più alte e andarono a creare non pochi problemi alla povera gente che viveva nelle zone più basse della città. Ci furono infatti allagamenti in gran parte delle zone pianeggianti come la Val di Merse e la Val d’Arbia.
Un contadino di nome Francesco, amico e seguace di Bernardo Tolomei (che morì a Siena nel 1348 vittima anch’esso della peste) scrisse nelle sue memorie che non aveva mai visto tanta neve e che misurò nel luogo dove si trova attualmente l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore ben 5 piedi di neve (145 cm circa) il dì 27 del mese Gennaio dell’anno 1348 e continua scrivendo che il fiume citato nell’inferno di Dante (Arbia) fu totalmente ghiacciato per molti e molti giorni.


In conclusione possiamo dire che nel 1348 ci fu presumibilmente un’ondata di freddo che durò quasi un mese, creando in città nevicate con accumuli di oltre un metro e nelle campagne fino ad un metro e mezzo creando sicuramente grossi disagi e vittime, in più si aggiunse la peste nera che nella nostra città arrivò presumibilmente da Pisa tra gennaio e aprile. Il numero dei morti viene quantificato dai cronisti a 80.000. La cifra si riferisce con ogni probabilità a tutto il territorio comunale, al punto che i poteri dello Stato non poterono più essere esercitati per mancanza di quorum nelle votazioni.

Gabriele Ruffoli

Associazione Meteorologica Senese

Meteo Siena 24