Siena e la politica – Facciamo ordine nel disordine

Il festival di candidature a sindaco (siamo a 5), interviste, dichiarazioni, comunicati stampa (il più esilarante quello della microscopica La Martinella 1884 con tanto di “programma di governo” per Siena), articoli e ipotesi è talmente confusionario, da far perdere la bussola anche gli analisti più esperti.
E’ dunque il momento giusto per mettere le cose in ordine e fare chiarezza.


Nel centrosinistra, in attesa di capire se il Partito Democratico troverà davvero la forza per scegliere un candidato diverso da Bruno Valentini, tutti sembrano voler correre da soli. Ma credo che dopo la probabile, sonora sconfitta alle elezioni politiche, suonerà l’allarme e la paura di perdere porterà alla solita coalizione, con Liberi e Uguali, forse anche Siena Attiva, e magari una lista autonoma promossa da Stefano Scaramelli per provare ad avere più peso di quello che ha dentro il Pd senese. La linea di galleggiamento è arrivare al 30% dei voti al primo turno.
Il centrodestra, a meno di clamorose “rigirate”, dovrebbe scegliere Luigi De Mossi come candidato sindaco e puntare a quel 20% che dovrebbe garantire l’accesso al ballottaggio. Qualcuno deve però dire a De Mossi di smetterla con questi incontri inutili, se non dannosi (prima Maurizio Lupi, adesso Stefano Parisi): la “polpa” elettorale sta da un’altra parte. Mi ha però colpito il fatto che abbiano deciso di togliere dalla prima fila Lorenzo Rosso: vuol dire che stavolta il centrodestra fa sul serio e punta davvero a vincere.
Massimo Sportelli è il candidato del Progetto Civico Senese (che, in verità, di civico non ha nulla). Contando i voti presi nel 2013, Mauro Marzucchi, Leonardo Tafani, Luciano Cortonesi e Claudio Marignani pensano di poter avere almeno il 15% se non il 18%, ma la troppa sicurezza potrebbe essere fatale. In Italia si sa che la somma di più partiti, è sempre inferiore alle aspettative. E le delusioni sono sempre state cocenti.
Manca ancora il candidato del Movimento 5 Stelle, annunciato in arrivo dopo le elezioni politiche di marzo. Ma tanto il nome non è così importante, e non solo perché da quelle parti “uno conta uno”. Chiunque si presenti, non sembra avere la forza per andare oltre il 12-15% e dunque rimanere fuori dal ballottaggio e dai giochi veri.
Il più attivo è Pierluigi Piccini, che ha messo su anche un luogo fisico, SpazioSiena, dove dare visibilità alla sua attività. Io pronostico un 5%, qualcuno più ottimista arriva al 10%, ma l’ex sindaco degli anni ’90 non sembra in grado di sfondare.
Sergio Fucito e la sua Casapound stanno giocando al meglio – sui giornali ed in tv – il proprio sostegno al caso di Sandra Pelosi, ma è chiaro che il 3% sarebbe un successo oltre ogni aspettativa.
Alla fin fine, resta da assegnare un 15% di voti: sono quelli su cui possono misurarsi altri candidati a sindaco – destinati a rimanere marginali – oppure su cui costruire accordi ed alleanze per andare a rafforzare quelli che già ci sono.
Roberto Guiggiani