“RiMembra” la mostra fotografica di Monica Biancardi al Santa Maria della Scala

 

15 acquerelli, 6 dittici fotografici e altre immagini proiettate in grande dimensione. E’ questo il particolare format della mostra fotografica RiMembra della fotografa napoletana Monica Biancardi, che sarà inaugurata domani, venerdì 15 dicembre alle 18.30, al Santa Maria della Scala. Le immagini saranno accompagnate dai testi scritti per l’occasione dal poeta Gabriele Frasca, che la sera dell’inaugurazione sarà protagonista di un reading con suoni e immagini.

Scrive Daniele Pitteri, direttore del Santa Maria della Scala: “Accovacciata sulle gambe, nelle mani un mazzo di fogli che sapevo essere immagini, ma di cui era visibile solo il dorso bianco, poggiava quei fogli sul pavimento del mio ufficio. Uno alla volta, rovesciandoli, diventavano immagini, distanti, tuttavia, l’una dall’altra, con grandi spazi vuoti nel mezzo. Capivo che non c’era alcuna casualità in quella disposizione dalla sicurezza con cui lei le disponeva, ma non riuscivo a comprenderne la chiave. Non all’inizio, non subito. Ma mano a mano che il pavimento si riempiva e che, soprattutto ad un’immagine ne accoppiava una seconda e talvolta una terza, determinando dei dittici o dei trittici, riempendo quasi del tutto, ma non del tutto, i vuoti, capivo che lì, sotto i miei occhi, stava prendendo forma un’unica grande opera, il cui senso poteva essere colto solo abbracciando con uno sguardo unico tutte quelle immagini, nella disposizione che lei, Monica Biancardi, aveva costruito. Quando si alzò e mi venne vicino per condividere con me lo stesso punto di vista mi disse: questa è RiMembra.

Soltanto dopo mi raccontò la sua genesi, anzi il suo lento e quasi inesorabile costruirsi nel tempo, in primis nella sua memoria, nel suo ricordo, nella sua immaginazione. Fotografie nate in tempi e luoghi diversi, forse anche per scopi diversi, che un poco alla volta, esattamente come era accaduto sotto i miei occhi mentre le disponeva sul pavimento, erano diventate un corpo unico, completandosi l’un l’altra. Proprio come i ricordi o le rimembranze che si affollano e si accumulano dentro di noi e che il tempo e la nostra interiorità, anche involontariamente o magari soltanto perché intanto la vita scorre e va avanti, scremano e selezionano e con quel che rimane costruiscono la nostra memoria.
Monica Biancardi costruisce la propria, con la lingua che più le appartiene, la fotografia, ma non vuole spiegarcela, non vuole rivelarcela. È la “sua” memoria, non vuole che sia la nostra. Ci chiede di prenderla così come è, di farne ciò che ne vogliamo, di interpretarla, di leggerla, di sentirla come meglio crediamo. Di RiMembrarla”.

RiMembra è un reportage che raccoglie le membra sparse per luoghi e negli anni, collegandole a spazi, fisici o mentali, tra i quali non vi è nessun appartenenza. Ciascuna immagine nasce sola, autonoma ma con una valenza mutila, che attraverso le sue linee di forza, anche a distanza di anni, si congiunge ad un’altra immagine. Dittici e trittici si compongono attraverso corrispondenze coloristiche, come: il trittico composto dalla luce che entra in un tempio di Taipa (2015) che sembra attraversare il volto di donna nella sauna di Lucrino (2010) e infrangersi in un lago di San Francisco (2012); o concettuali, come: la terra del deserto in Palestina (2011) perfettamente corrispondente al muro del pianto a Gerusalemme (2014). Momenti diversi ricongiunti negli anni, che inducono alla riflessione, al richiamo alla mente, generando ricordi belli o brutti. Non a caso il tema Ri è attaccato al sostantivo Membra. In questo modo l’immagine è capace di generarne un’altra ed i collegamenti si sviluppano strada facendo, formando un paradossale collage in movimento nel corso del tempo, che trascende la singola immagine fissa. Il progetto durato più di sette anni, a cui il poeta Gabriele Frasca ha dedicato dei versi ad hoc, diventa un dialogo tra poesia ed immagini restituito sotto forma installativa.

Monica Biancardi, Napoli 1972, si laurea in scenografia con una tesi sperimentale sulla fotografia di teatro. Inizia a lavorare per importanti registi (svolgendo parallelamente l’attività d’insegnante presso gli istituti superiori) e realizzando al tempo stesso personali ricerche.

La prima Credere, vent’anni di sguardi bianco/nero al sud Italia, viene in parte acquistata assieme ad altri diversi lavori, dalla Bibliothèque Nationale de France, e nel 2014 invitata nel programma ufficiale del Mois de la Photo di Parigi.

Prima mostra pubblica è Ritratti , inaugurata a Napoli nel 2003 per poi proseguire in giro per l’Europa vincendo vari premi, tanto che Achille Bonito Oliva la invita a progettare un’intera cella all’interno della Certosa di Padula, durante la rassegna “Le Opere e i giorni”.

A gennaio 2018, in occasione di una mostra presso il Museo di Roma in Trastevere, uscirà il volume di RITRATTI, per la casa editrice Contrasto.
“Dolore”, parte del progetto artistico Aldilà, è acquisito dalla nuova Metropolitana di Napoli e installato nella fermata Lala.

Nel 2005 vince il Premio “Serrone” per la giovane arte italiana.
Nel 2006 espone a Castel Sant’Elmo di Napoli Mutamenti, dedica al padre (cat. Electa).
Sensibile al tema dell’integrazione culturale, per l’Al Quds University di Gerusalemme, Monica espone il lavoro svolto per anni in Palestina (cat. Al Quds University) e poi in forma multimediale al MAV di Ercolano Tra le immagini.

Nel 2009 realizza su invito della Soprintendenza di Napoli una grande mostra dal titolo Orientamenti al Museo di Capodimonte di Napoli (cat. Shin Art).
Nell’ottobre 2012 il MART la invita ad esporre il progetto Habitus.
Nel 2015 vince il Premio DolomitiArteContemporanee.
Nel 2017 pubblica per la casa editrice Damiani RiMembra, progetto durato più di sette anni a cui collabora il poeta Gabriele Frasca. Il lavoro viene esposto al Museo Nitsch di Napoli, all’I.I.C. a Parigi durante Paris-Photo e al museo di Santa Maria della Scala a Siena.