Quando il Bozzone creava un lago a Taverne d’Arbia

Da alcune ricerche effettuate in anni passati, pare che in epoca romana attorno al 300 a.c. a causa di una frana venutasi a creare per un terremoto o per smottamenti da attribuire a cause naturali nei pressi dell’attuale Renaccio, il torrente Bozzone venne bloccato per un lungo periodo e con il tempo iniziò ad allagare tutta la pianura dove adesso sorge Taverne fino a creare una palude. In alcuni scritti viene evidenziato che tra il 13 ed il 14 dopo Cristo vi furono forti piogge per periodi molto molto lunghi e temporali di grossa intensità con piene devastanti tanto che il Bozzone e l’Arbia arrivavano a creare un grande e unico lago che andava da Arbia a Taverne fino alle piane di Salteano e che si univa poi in un unico corso d’acqua che si andava poi a gettare nel fiume Ombrone nei presso di Buonconvento.


Non si sa bene se poi sia stata una bonifica o se abbia pensato a tutto la natura ma già nel 1260 durante la battaglia di Monteaperti si sa per certo che del lago non vi era più traccia e che esistevano due fiumi ben distinti come probabilmente sono adesso. In uno scritto del 300 circa che pare venisse conservato nella chiesa di Sant’Ansano a Dofana era chiaramente descritto che nella zona vi fosse un grande specchio d’acqua se pur non molto profondo. Alcuni anni fa, fu trovato da un contadino del posto un antico documento nella vecchia e diroccata Canonica di Santa Maria a Salteano (chiesa risalente al 1186) dove veniva dato il nome di kasalacus ad un “podere” che probabilmente si affacciava sulle acque del lago.
Purtroppo di certo non abbiamo molto su tutta questa vicenda e la verità si dissolve nella notte dei tempi.


Alcuni vecchi del posto raccontano di tutta questa storia un po come una vera e proprio leggenda, dicendo addirittura che per un lungo periodo questo lago fosse molto redditizio per la pesca alla carpa e del luccio tanto che furono fatti degli allevamenti e ci fu anche un incremento per la caccia di alcuni volatili come anatre e germani. Tutte queste “chiacchiere”, mischiate all’ignoranza e alla paura della popolazione, negli anni avevano consacrato la leggenda del terribile mostro della palude, anticipando così di quasi duemila anni quella del più celebre Loch Ness.


Ma si trattava davvero solo di una leggenda o c’era dell’altro? Diverse storie anche recenti, testimoniano l’esistenza di singolari bisce acquatiche, che normalmente passavano il tempo a crogiolarsi al sole: i rettili erano però così numerosi e aggressivi che gli abitanti dovettero lasciare per svariati mesi le loro abitazioni intorno allo specchio d’acqua. Sembra che una creatura molto grande venisse avvistata maggiormente durante le notti di luna piena (probabilmente perché i pescatori uscivano a pesca sfruttando la luce della luna) e che attaccasse addirittura le piccole barche talvolta facendole capovolgere.


Un “mostro” con la testa grande e schiacciata dai grossi denti.
Purtroppo non sapremo mai come stanno realmente le cose ma come ben noto nelle leggende un fondo di verità la si trova sempre.

Foto e Articolo: Gabriele Ruffoli