La verità sul Monte dei Paschi non porta voti

Come spesso accade, la verità “scorretta” ma reale l’ha detta Silvio Berlusconi già nel 2013, quando affermò che non avrebbe mai parlato male del Monte dei Paschi perché “grazie a loro potei costruire Milano 2 e Milano 3, perché era l’unica banca che concedeva mutui premiando la puntualità dei pagamenti”. Magari i motivi erano altri, però la fedeltà di Berlusconi è stata tale che proprio da un conto corrente della banca senese partivano i bonifici per le “olgettine”, le donne a libro paga del leader di Forza Italia.
Ecco: aggiungete tutti coloro che in questa città dal Monte dei Paschi di Siena hanno ricevuto crediti senza avere le carte in regola, si sono visti annullare o ridurre debiti da rimborsare, ci hanno trovato un posto di lavoro per sé o per i propri figli e poi anche quelli che per tanti anni hanno ricevuto finanziamenti facili – piccoli o grandi – dalla Fondazione Mps, ed ecco spiegata la verità “scorretta” che solo Berlusconi ha esplicitato, dando voce a tanti: ormai è andata come è andata, tutte le colpe furono di Gabriello Mancini e Giuseppe Mussari che hanno lasciato i loro posti, ma adesso basta scavare sulla storia del Monte dei Paschi e cerchiamo solo di salvare i posti di lavoro.
Apprezzo quindi ancora di più la tenacia e la testardaggine del Movimento 5 Stelle di Siena, che invece insiste nel voler ricostruire la storia della distruzione di banca e fondazione, pur sapendo che questo sforzo – peraltro condiviso anche dai dirigenti nazionali e regionali – non porterà che pochissimi voti alle prossime elezioni comunali.


Anche la presentazione del libro “Morte dei Paschi” di Elio Lannutti e Franco Fracassi, organizzata dal Movimento 5 Stelle a Palazzo Patrizi alla presenza dei due autori, ha confermato quanto sarebbe necessario raggiungere questa verità in sede politica e giudiziaria. I due autori hanno inquadrato la vicenda in un contesto internazionale terribile, con vari “suicidi imperfetti” nel mondo da parte di persone che si conoscevano fra loro ed erano direttamente o indirettamente coinvolte nelle operazioni di Banco Santander, Deutsche Bank, Monte dei Paschi e Banca Antonveneta, chiedendo a Mario Draghi – che nel 2007 era governatore della Banca di Italia – di dire finalmente quello che sicuramente sa.
Ma mentre molti vogliono sinceramente la verità sulla morte di David Rossi (che credo sarà possibile avere solo fra 30 anni, quando i responsabili veri saranno non solo fuori dai posti di potere, ma proprio morti per inevitabili limiti di età), c’è invece tanta – io dico: troppa – voglia di porre una pietra sopra sulla gestione scriteriata della banca. Nel timore che vengano fuori carte che vedrebbero coinvolti i nomi di migliaia di senesi, i quali non hanno nessuna voglia di farsi lavare i panni in pubblico.


Roberto Guiggiani