La guerra interna alla Bce – Se la priorità sono gli Npl

In pochi se ne sono accorti  e la cosa, forse, non è nemmeno all’ordine del giorno.

Ma la guerra intestina fra BCE (vigilanza) e l’”altra” BCE comandata da Draghi rischia di bloccare l’economia e ridurre gli entusiasmi che si sono creati intorno alla auspicata (e tangibile) ripresa economica.

Accade infatti che il capo della vigilanza della banca centrale europea (SSM), Madame Nouy, si scagli giornalmente contro chi auspica un innalzamento del credito nei confronti delle imprese sposando totalmente il concetto dell’esigenza di ridurre l’ammontare degli NPL nel sistema.

E’ un paradosso tutto bancario, figlio di troppi regolamenti, troppi vincoli e (anche) troppe funzioni ricoperte da personaggi improbabili: è un po’ come se da un lato si dicesse “andate al ristorante” (Draghi) e dall’altro “restate tutti a dieta” (Nouy).

Certo è che senza ripresa inflattiva e credito l’economia stagna e ugualmente senza una regolamentazione seria e rigorosa si rischia di morire affogati nei Non performing loans. Servirebbe, come in tutte le situazioni, un giusto mezzo che per adesso sembra molto lontano dall’essere raggiunto e concordato, soprattutto quando si pensi che la strettissima regolamentazione della vigilanza sta pensando ad un “addendum” che svaluti entro due anni al 100% i crediti non garantiti ed entro sette anni anche quelli garantiti.

Un freno colossale all’economia che dovrà forzatamente essere risolto.

Nel frattempo il Fondo monetario internazionale in una recente visita in un paese a noi confinante ha sentenziato, riguardo alla valutazione dei NPL ed ai piani di risanamento, quello che in questo giornale era stato evidenziato, in quella fattispecie, in epoca e periodo non sospetto. Un po’ come a dire che ancor oggi esiste qualcuno che il suo lavoro lo sa fare.

Viva l’Italia.

 

Luigi Borri