La gassa: Il Monte dei Paschi, il bail-in e… la Fondazione?

Il Monte dei Paschi e l’ombra del bail in sempre più vicina: una proposta arriva dall’autore della nostra rubrica settimanale di economia luigigassa

Con molta probabilità i bond subordinati Mps saranno convertiti in azioni della banca (sembra su base volontaria) o, forse, vedranno soltanto abbattuto il loro valore di rimborso. Si parla, ad oggi, di un 30% in questa seconda ipotesi.
L’autorevole Financial Times ha scritto, non molti giorni fa, che l’istituto senese sta seriamente valutando l’opzione di far convertire in maniera volontaria 5 miliardi di euro di bond subordinati: le liste hanno cominciato già da tempo a circolare (il quotidiano La Repubblica è stata fra le prime a pubblicarle) con un premio ancora da definirsi. Tale circostanza è stata confermata ai mercati anche dall’ad Morelli.

In pratica, il nuovo capitale verrebbe utilizzato per alleggerire la banca dalle perdite e “dare una mano” ai deboli pilastri di bilancio dell’ex istituto di diritto pubblico (che molti, me compreso, rimpiangono).
In effetti il bond subordinato Mps Lower Tier II con scadenza al 30 novembre 2017 si trova a 69 euro, quello con scadenza gennaio 2018 e 2020 a 70, mentre quello al settembre 2020 a 68 euro.
Al di là degli aspetti politici, aspetti che vedono lo stesso governo Renzi molto esposto sul tema (e che non dobbiamo discutere in questo articolo) è chiaro a tutti che il successo dell’aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro, con o senza aiuti di Stato, passa necessariamente per un taglio del nominale dei bond subordinati Mps. Come, quanti e a che prezzo è ancora tutto da definire e probabilmente il dettaglio emergerà in occasione della presentazione del piano industriale a fine ottobre.
Risulta chiaro quindi che, da un lato o dall’altro, il minimo comune denominatore delle operazioni che verranno poste in essere è con molta probabilità la penalizzazione dei risparmiatori che, in epoca non sospetta e molto spesso inconsapevolmente, hanno sottoscritto questo tipo di investimento.
Perché allora non far intervenire, per alleviare in tutto o in parte le perdite che si realizzeranno per la socialità senese la FMPS?

Questo rimedio (artigianale quanto si vuole, ma efficace) avrebbe il merito non solo di incidere direttamente sul benessere della provincia e delle sue attività ma anche quello di ridare una funzione ad un Ente che ultimamente ha brillato più per connotati liquidatori e procedurali che non per attività sul territorio.
Ristornare dalle perdite i privati studiando un meccanismo tecnico coerente, magari facendo intervenire il braccio finanziario della FMPS, la Finanziaria Senese di Sviluppo, tramite un plafond ad hoc da utilizzare come garanzia accessoria a finanziamenti ovvero come ammortizzatore di capitale per persone e società, sarebbe non solo meritorio ma anche funzionale allo sviluppo: fra i sottoscrittori, infatti, non dimentichiamo che ci sono anche molte attività che rischiano di avere problemi serissimi nella operatività di tutti i giorni.
Su questo, dimenticando odi, rancori e divisioni partitiche dovrebbero riflettere gli amministratori pubblici (soggetti nominanti): su questo, dimenticando frizioni interne e incomprensioni, dovrebbero lavorare i vertici della Fondazione.
Perché, alla fine, è questo quello che vogliono i cittadini. Ed è quindi questo che dovrebbe avere priorità e rispetto.

Luigi Borri