Il premio Mangia Tommaso Fabbri: “La nostra priorità è salvare vite, poi si decide dove portarle”

In un’intervista ad Agi il Mangia 2018 Tommaso Fabbri torna a parlare di migranti

“La nostra priorità è salvare le vite. Le persone. Poi si decide dove portarle”. Non ha dubbi Tommaso Fabbri, senese, 45 anni, che lavora da molti anni con Medici senza Frontiere e insignito ad agosto del premio Mangia, la più alta onorificenza per un senese. Oggi Fabbri, che fa parte anche del consiglio di amministrazione di Msf con sede a Bruxelles, è responsabile delle operazioni italiane nel Mediterraneo centrale per i soccorsi in mare e sui progetti di accoglienza in Italia e fuori. Quindi è al centro del problema migranti che sta tanto preoccupando l’Europa. “Certo – aggiunge Fabbri in un’intervista rilasciata all’agenzia Agi – occorre tenere presente e rispettare la convenzione di Ginevra sui migranti che non fa differenze di colore, religione, etnia. Chiunque deve avere il diritto all’asilo. La persona deve essere al centro del modo di comportarsi dei governi. Bisogna aiutare tutti e non dire prima gli italiani. Prima chi ha bisogno. Occorre tenere vivi certi valori e non pensare solo al proprio orticello, migliorando il sistema di accoglienza . E creare vie legali sicure”. Da come si esprime Fabbri fa capire che quello che sta facendo non può essere considerato un mestiere qualsiasi, un lavoro da impiegato che ad una certa ora lascia l’ufficio.

“Nell’avvicinarsi ai problemi dei migranti – aggiunge – La cosa interessante è vedere come su questo tema reagiscono i governi”. Fabbri non ignora le polemiche nei confronti delle Ong che operano nel Mediterraneo in soccorso dei tanti che cercano di arrivare su barconi malmessi e insicuri in Europa. “Noi – sottolinea nell’intervista ad Agi – lavoriamo in assoluta trasparenza. Il biglietto da visita di Msf è di tutto rispetto come dimostrano i molti anni del nostro lavoro. Non prendiamo soldi in maniera significativa dal pubblico. Il 90% dei nostri finanziamenti arriva da privati ma li esaminiamo con molta cura e attenzione. Noi lavoriamo con i rifugiati in tutto il mondo. I flussi migratori non sono una cosa nuova, cosi’ come loro aumento. Del resto questo non e’ un problema solo europeo”. “Sono onorato per il premio Mangia – conclude nell’intervista -. Che non e’ solo un riconoscimento a me ma alla solidarietà. E’ un messaggio importante in un momento come questo perchè mette al centro l’uomo e le sue necessità”.