Il Chianti e il gallo nero: l’imbroglio di Firenze

Il Chianti Senese è una zona della Toscana delimitata a nord da Firenze, ad ovest dalle vallate del fiume Pesa e dell’Elsa, a est dai monti del Chianti e a sud da Siena. Il suo territorio collinare è uno dei più belli e suggestivi d’Italia. Si rimane incantati dall’argento degli ulivi, dalla geometria delle viti e dalle strade sterrate contornate di cipressi. I suoi colori cangiano di stagione in stagione, si va dal rosso e il giallo dell’autunno alle mille tonalità dei fiori in primavera.

Alcuni documenti medievali riportano informazioni circa un Chianti bianco. Proprio questi antichi scritti testimoniano che il vino toscano per eccellenza aveva tutt’altro aspetto nel passato, e presumibilmente tutt’altro sapore! Nel Medioevo si parlava di vino rutilante o vermiglio, se rosso, oppure di vernaccia, se bianco. La dicitura vernaccia appare proprio accanto al nostro Chianti, alludendo dunque a un vino dal colore molto diverso dal rosso cupo al quale siamo abituati.
Il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico è il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti.

La storiografia di questo simbolo comprende anche una singolare leggenda ambientata nel periodo medievale. La sua vicenda segnò in pratica la definizione dei confini politici dell’intero territorio chiantigiano, perché fu proprio il comportamento di un gallo nero a deciderne il destino.
La leggenda narra che nel periodo medievale, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute pressoché continue. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, venne adottato un bizzarro quanto singolare sistema. Si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. Decisione, quest’ultima, in linea con i costumi del tempo, quando ancora i ritmi quotidiani erano scanditi dai meccanismi naturali. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso in una piccola e buia stia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione.

Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla stia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire Immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere.
Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.

Gabriele Ruffoli
foto: Toscana News