I partiti scoppiano di salute (ma solo su Facebook)

Vista attraverso i post pubblicati e condivisi su Facebook, le due campagne elettorali parallele – quella per le elezioni politiche del 4 marzo e quella per le elezioni comunali che dovrebbero esserci a maggio – stanno andando a gonfie vele. Partiti e movimenti sembrano capaci di mobilitare passione ed entusiasmo da tempi belli.

Le foto parlano chiaro. Folle plaudenti per ogni visita di Pier Carlo Padoan, candidato del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, ogni volta che si affaccia in terra di Siena. La Lega che riempe all’inverosimile la sala di Palazzo Patrizi con Claudio Borghi Aquilini, anche lui in corsa per la Camera dei Deputati ma con le insegne del centrodestra. Capannelli di persone ad ogni volantinaggio di Liberi e Uguali. Oltre 90 persone convenuti a cena – “tra cui numerosi giovani” si legge nel post – su invito di Nero su Bianco per sostenere la corsa di Massimo Sportelli verso la poltrona di sindaco di Siena. Un tutto esaurito dietro all’altro per gli incontri promossi da Pierluigi Piccini a SpazioSiena. Gli unici che appaiono un po’ in difficoltà sono i sostenitori del Movimento 5 Stelle, dopo una scelta di Leonardo Franci come candidato al Parlamento, che ha provocato qualche abbandono e non è piaciuta molto, per cui il sostegno al candidato appare molto tiepido.

Ogni volta che 50, 100 o 200 persone si ritrovano insieme per una iniziativa politica è sempre una cosa bella e positiva, perché la partecipazione popolare è la base di ogni sana democrazia. Ma è l’esaltazione di questi appuntamenti su Facebook che fa sinceramente sorridere, e qualche volta diventa addirittura esilarante.

Una lista che voglia puntare al 5% – limite minimo della decenza – deve portare a casa 1500 voti di senesi e quindi averne anche un centinaio in sala oppure a cena non significa nulla. E’ solo un incontro fra amici che hanno bisogno reciproco di convincersi di essere forti.

Lo aveva capito a suo tempo il segretario del Partito socialista Pietro Nenni, quando ormai stanco di tenere comizi trionfali e non superare mai il 10% dei voti, coniò la frase “Piazza piene, urne vuote”. E la cosiddetta “maggioranza silenziosa” negli Stati Uniti continua da 50 anni ad eleggere presidenti (Richard Nixon, Ronald Reagan, George Bush il giovane, adesso Donald Trump) fra lo stupore della stampa e delle élites, che hanno perso il contatto con il paese reale.

Anche in politica la distanza fra la realtà e Facebook è sempre più ampia.

Roberto Guiggiani