Finanza, banca, debiti e consumismo. I mille reati di varia umanità

Una lunga catena di vessazioni, usi ed abusi, ha caratterizzato il sistema bancario italiano. Dall’anatocismo al risparmio tradito, ai mutui usurai, alla mancata applicazione delle leggi – come la simmetria dei tassi di interessi, in vigore dal 4 luglio 2006 o la portabilità dei mutui, dal 2 febbraio 2007. È diventata normalità che la banca possa arrogarsi il diritto di violare le leggi dello Stato.
La mia generazione, è stata educata all’etica del risparmio, ai miei tempi si regalava il salvadanaio a noi ragazzi per insegnarci le virtù ed i sacrifici del risparmio. Oggi esiste la cultura del debito, la vera e propria istigazione ad indebitarsi, ad acquistare a rate sia i beni primari che quelli superflui, in una corsa all’indebitamento che porta anche all’usura.
Dopo la cessione del quinto dello stipendio – il prestito più garantito e con nessuna sofferenza a tassi del 20 per cento – è stato ideato il prestito vitalizio, affinché i vecchi che hanno fatto sacrifici per acquistare la casa in cui abitano e che non ce la fanno più con la pensione possano ipotecare la casa, sottraendola così agli eredi. Un grande regalo fatto alle banche, che possono continuare a banchettare, perché – come diceva Ezra Pound – i Governi, senza distinzione di colore politico, fanno i maggiordomi dei banchieri.
La cultura che ritiene di poter rilanciare l’economia sui debiti arriva dagli Stati Uniti: l’ex Governatore della FED Alan Greenspan, portò all’1 per cento i tassi di interesse, attirando nella trappola milioni di americani che non avrebbero mai potuto acquistare una casa, perché non avevano redditi sufficienti. Comprarono le case a tassi indicizzati e quando Greenspan aumentò i tassi fino al 5,25%, milioni di famiglie, non più in grado di pagare rate dei mutui raddoppiate, trascinarono nella loro bancarotta le banche ed i mercati globali, che avevano commercializzato subprime garantiti dalla tripla “A”, il massimo dell’affidabilità finanziaria dalle tre sorelle monopoliste del rating – Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch – che dovrebbero essere incriminate dai tribunali per i loro atteggiamenti criminali e cancellate da ogni albo invece che riscuotere compensi per i loro insani servigi.
Del resto un Nobel al di sopra dei sospetti, Joseph Stiglitz, ha testualmente affermato: «Molte imprese non perseguono la massimizzazione del valore per gli azionisti, ma la massimizzazione dei profitti del management». Il premio Nobel 2001 ha fatto l’esempio di Citybank: «Ha guadagnato molto, mentre gli azionisti hanno perso decine di miliardi. Si è visto – ha aggiunto Stiglitz – che bambini di 14 anni ricevevano per posta i moduli per richiedere la carta di credito e così si indebitavano per il resto della vita. Oggi il numero di americani ma anche di italiani – ricordiamo che in Italia è sempre stata il bene fondamentale – che possiede una casa è più basso rispetto a otto anni fa: negli ultimi mesi, 1,5 milioni di persone hanno perso la casa, nei prossimi mesi altri due milioni la perderanno e alla fine molti milioni di persone avranno perso la casa e tutti i loro risparmi. Le banche non hanno gestito i rischi ma hanno massimizzato i profitti del management e questo é un esempio di capitalismo manageriale impazzito: gli azionisti della banche hanno perso, mentre il management ha guadagnato. La crisi dei subprime continuerà ancora a lungo».
Ma non importa: perché in nome del dio danaro si possono fare anche morti e feriti. Con buona pace dei nonni, del salvadanaio e del lavoro.
Luigi Borri