Etruschi e Siena, un dialogo senza fine

Ricordo ancora vividamente quando la città si svuotava il 3 luglio, subito dopo il Palio, ed i senesi andavano al mare, fra Follonica, Donoratico e Castiglione della Pescaia, quasi dovessero obbedire ad un esodo.

E dunque mi fa un po’ “strano” – nel senso più piacevole del termine – vedere che adesso, nel pieno del mese di luglio, il Santa Maria della Scala inaugura addirittura una mostra, “Dalle gioie degli Etruschi. Un dialogo contemporaneo” di Linde Burkhardt che resterà aperta fino al 23 settembre.

Le abitudini dei senesi sono cambiate, la partenza collettiva verso il mare non c’è più, e sono cambiati anche i flussi turistici, che segnano picchi di arrivo nelle città d’arte anche nei mesi estivi. Non è un certo un caso se anche la scopertura del magnifico pavimento del Duomo di Siena – quest’anno peraltro impreziosita da un nuovo sistema di illuminazione – viene straordinariamente fatta anche nel mese di luglio, e non soltanto a partire dalla data tradizionale del 18 agosto, che nelle vecchie abitudini senesi segnava, appunto, l’inizio di un lunghissimo “inverno”, destinato a durare fino al Palio del luglio successivo.

Tornando alla mostra “Dalle gioie degli Etruschi Un dialogo contemporaneo” si tratta di un omaggio di Linde Burkhardt al mondo sempre affascinante e mai del tutto rivelato del popolo etrusco, con un dialogo fra le sue opere (sette grandi tappeti ispirati ad affreschi, bassorilievi o dischi di piombo di epoca etrusca ) e materiali di epoca etrusca provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Siena, che sono stati abbinati ai singoli tappeti.

Un tentativo dichiarato di stimolare una riflessione sul rapporto tra la vita quotidiana di oltre duemila anni fa e quella contemporanea, intrecciando narrazione, storia, arte e artigianato contemporaneo: ad esempio, il tappeto “Le ceramiche di Tanaquil” immagina come avrebbero potuto essere le ceramiche di una nobildonna di Tarquinia; mentre il tappeto “Il giardino di Aulo l’Etrusco” ritrae un giardino del tutto personale – sentito prima ancora che immaginato – con abbondanza di piante, fiori e uccelli.

Il percorso espositivo inizia, invece, con la presentazione di alcune piante di macchia mediterranea, classificate dagli antichi come benefiche o portatrici di sventura. Effetti, io dico: per fortuna, che si sono persi nel corso dei secoli…

Roberto Guiggiani