Elogio alla Donna ma non per la festa della donna

Jack Nicholson, nei panni di Melvin in Qualcosa è cambiato, alla domanda della segretaria “ma come fa a descrivere così bene una donna?” risponde con la sua pungente sagacia “Penso ad un uomo e gli tolgo razionalità e affidabilità”. In realtà, dati recenti emersi in letteratura scientifica suggeriscono che seppur sia vero che le donne sono più emotive, questo non significa che esse siano meno razionali degli uomini.

Ergo, non siamo “più o meno”, ma siamo semplicemente e naturalmente diversi. Proprio grazie a questa diversità, uomini e donne si attraggono a vicenda
confermando il fatto che l’esotico diventa per molti erotico. La donna, cioè l’essere umano adulto di genere femminile, è stata descritta in mille modi e nel loro contrario. Se nel dolce stil novo è raffigurata in modo angelico e non terreno, Boccaccio, in opposizione a Dante, la descrive attraverso la sua stessa carne e le sue passioni. Per Baudelaire la donna è l’essere che proietta l’ombra più grande o la luce più grande nei nostri sogni. La donna, da questo punto di vista, è fatalmente suggestiva; lei vive di un’altra vita, oltre alla propria; vive spiritualmente nelle fantasie che lei stessa ossessiona e feconda. La donna è ricca, piena di risorse, ha molti angoli e talvolta
spigoli; in ogni caso è piena di molteplici sfaccettature che la rendono diversa di giorno in giorno, pur rimanendo se stessa. La donna è profondamente umana e proprio grazie alla sua capacità di umanizzarsi sa ricoprire molti ruoli, talvolta meglio di quanto sia capace il più abile degli uomini.

Quando la donna è fidanzata lo fa meglio di un uomo fidanzato, quando è crudele è più scaltra di un uomo crudele. Ogni cosa che fa, nel bene e nel male, crea un’eco in se stessa. Ogni anno, l’8 marzo, si ricorda sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto. In questa ricorrenza, a partire dall’anno 1946, secondo un’idea di Teresa Noce, di Rita Montagnana e di Teresa Mattei, vengono distribuite mimose, fiore divenuto il simbolo di questa giornata, la Giornata internazionale della donna. Proprio ieri è stata celebrata e proprio oggi, 9 marzo, ho deciso di scrivere questo articolo.

Lungi da me l’addentrarmi nel dibattito politico che talvolta vede contrapposti “pro e contro”, ritengo più importante celebrare l’essere umano di genere femminile non attraverso una mimosa ma nella quotidianità. Elogio la donna per il suo essere figlia e signora. La femminilità che esprime è solamente una parte del suo essere, per certi versi indescrivibile. La sua bellezza è fisica e al contempo spirituale. La vera donna non compete con l’uomo ma ad esso si integra, senza imitarlo, evitando di mascolinizzarsi.

L’energia che sprigiona è vitale, creativa, accogliente e sensibile. Le parole di una grande scrittrice a me cara, Oriana Fallaci: “Essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida, che non finisce mai”. In altre parole… Donne, non abbiate paura di essere quello che siete!
Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo